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Angela Merkel
la socialdemocratica

Angela Merkel <br> la socialdemocratica

di Paolo Pagliaro

(11 settembre 2017) Il 24 settembre la Germania elegge il nuovo parlamento. Gli unici dubbi sembrano riguardare le dimensioni del successo di Angela Merkel e il quadro delle alleanze di governo, con liberali, verdi e socialdemocratici nel ruolo di possibili partner.

Se tutti i sondaggi danno perdente la Spd di Martin Schulz è anche perché, in questi anni, le politiche socialdemocratiche sono state garantite dalla sua avversaria. E’ stata Angela Merkel, leader dei conservatori, a volere l’uscita dal nucleare e l’accoglienza di un milione di migranti, il congedo parentale, le quote rosa e gli aiuti alle donne che lavorano, il salario minimo e le unioni gay, è stata lei ad abolire la leva obbligatoria e a schierare la Germania in prima fila nella lotta ai cambiamenti climatici.

Con queste politiche, Merkel ha cannibalizzato l’elettorato socialdemocratico e si è garantita la riconferma, ma ha creato un vuoto a destra, che il 24 settembre sarà riempito da Afd, Alternativa per la Germania, il movimento anti-euro e anti-immigrati che, accreditato di un 10%, potrebbe portare al Bundestag una cinquantina di deputati.

A caccia di leader e simboli da contrappore al pragmatismo post-ideologico di Angela Merkel, la destra tedesca ha trovato un modello a Roma: non quella di oggi ma quella di duemila anni fa. Si chiama infatti Cato (Catone) la rivista nata in questi giorni con l’ambizione di diventare la tribuna dell’intellighenzia conservatrice. Nell’editoriale, di Catone l’Uticense si ricordano l’amore per la libertà e l’intransigenza morale che lo portò a togliersi la vita. Virtù che a Berlino ora si ritengono spendibili in chiave anti-euro e anti-immigrazione.

(© 9Colonne - citare la fonte)