di Paolo Pagliaro
(6 ottobre 2017) Da uno studio di Prometeia presentato a Milano abbiamo appreso che l’Italia è leader in Europa nel “Conto terzi farmaceutico”, cioè nella produzione e confezionamento di medicinali per i grandi marchi internazionali. Il fatturato delle imprese italiane di questo settore vale 1 miliardo e 700 milioni e rappresenta il 23% del totale europeo. Più di un quinto dei farmaci prodotti in Italia è destinato alle multinazionali con base negli Stati Uniti. Alle origini di questa ottima performance industriale ci sono il gioco di squadra e rilevanti investimenti in tecnologia.
Un’altra buona notizia viene dall’Ance, l’associazione dei costruttori. Secondo il rapporto presentato ieri alla Farnesina, nel 2016 i ricavi all’estero delle imprese edili italiane sono aumentati di oltre il 17%, passando da 12 a 14 miliardi, la crescita più alta degli ultimi dieci anni. In dodici anni, dal 2004 al 2016, il fatturato all’estero si è così moltiplicato per quattro volte e mezzo. Attualmente nel mondo i cantieri italiani sono 686, per un valore di 90 miliardi di euro. Salini Impregilo, Astaldi, Condotte e le altre costruiscono strade e ponti, opere idrauliche, ferrovie, metropolitane, centrali e dighe. Anche in questo caso un quarto delle nuove commesse è concentrato nel Nord America. Ed è la prima volta. Negli Stati Uniti, e questa è la terza notizia di giornata, ha fatto shopping anche Engineering Ingegneria Informatica; la società romana guidata da Michele Cinaglia ha aggiunto ai suoi 9 mila dipendenti i 60 professionisti di Hyla Soft, specialisti nei sistemi di produzione digitale a Chicago.
E’ di fronte a queste notizie che occorre chiedersi quanto sia veritiero il racconto cupo e rassegnato che l’Italia fa di sé.
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