Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Donne in fuga
da molti secoli

Donne in fuga <br> da molti secoli

di Paolo Pagliaro

(10 novembre 2017) Stalker, persecutori e stupratori esistono oggi ma esistevano anche nel Medioevo. E a causa loro c’erano, come ci sono oggi, donne infelici, perseguitate e ribelli. “Donne in fuga”, le chiama Maria Serena Mazzi, professoressa di storia medievale a Ferrara, in un libro pubblicato dal Mulino. Sono sante, regine, badesse, semplici monache, umili contadine, serve, eretiche, streghe, prostitute che scelsero di sottrarsi a destini segnati.  Donne in fuga dalle case altrui, dalla servitù e dalla schiavitù, dalle mani rapaci dei padroni, dalla mancanza di diritti. Donne che tentarono la sorte in un altrove indefinito, per un richiamo di curiosità, per non rimirare ogni giorno lo stesso limitato orizzonte.
Alcune di loro sono famose: Giovanna d’Arco, eroina condannata al rogo, Eleonora d’Aquitania, regina di Francia e poi d’Inghilterra, Margery Kempe, inquieta viaggiatrice inglese, Angela Tolsà, giovane nobile valenciana che rifiutò il marito scelto per lei. Altre, la maggioranza, sono sconosciute, anonime, donne che con la loro ribellione hanno tentato di modificare l’esistente rifiutando realtà inaccettabili e lottando con tutte le loro forze per resistere a ingiustizie e imposizioni. Decise a difendersi da un marito violento, da un padrone brutale. O a salvarsi la vita, scampando ai roghi dell’Inquisizione.
A Silvana Mazzocchi, che su Repubblica le chiedeva che ruolo avessero avuto le sue eroine medievali nella storia dell’emancipazione femminile, la professoressa Mazzi ha riposto che “ostinandosi a lavorare, a studiare, a insegnare, a scrivere, a ribellarsi alla sottomissione, a riprendersi il proprio corpo e la propria volontà, a viaggiare spinte dalla curiosità e dall’inquietudine, hanno cominciato a considerarsi come soggetti e non più come oggetti”. E questo è il dono che ci hanno lasciato.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)