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direttore Paolo Pagliaro

L’età dell’oro, la controstoria di Vidal

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

 L’età dell’oro, la controstoria di Vidal

Il libro ‘Narratives of Empire’di Gore Vidal (Fazi Editore) è una vera e propria controstoria dell’America, dagli albori della repubblica statunitense fino al secondo dopoguerra, composta da sette romanzi: Burr, Lincoln, Il candidato, Impero, Hollywood, Washington D.C., L’età dell’oro. Suscitando allo stesso tempo feroci polemiche e grandi consensi, questi volumi hanno accompagnato lo scrittore Gore Vidal per oltre trent’anni. La saga narra l’evoluzione degli Stati Uniti da piccolo Stato provinciale e culturalmente arretrato a impero globale dominante in ogni ambito, compresa la cultura, intrecciando episodi e personaggi reali e d’invenzione. Protagoniste sono due famiglie discendenti dal figlio illegittimo del vicepresidente Aaron Burr – noto per aver assassinato Alexander Hamilton, il fondatore del federalismo americano. È con L’età dell’oro che ricominciamo la pubblicazione di quest’imponente opera. Ambientato tra il 1939 e il 1954, quando l’egemonia americana è al suo apice, è l’ultimo volume della serie e, come tutti gli altri, costituisce un romanzo a sé. Racconta, fra le tante, la storia di Caroline, ex attrice e giornalista, Peter, intellettuale irriducibilmente radical, e Tim, regista tormentato ma in fin dei conti “integrato”, delle loro vicende personali di fortuna e disgrazia, di amore e morte, del loro modo di interagire con i vertici della politica e dell’arte – l’altro grande tema del libro, che vede sfilarne tutti i protagonisti, compreso Gore Vidal, personaggio di se stesso. Pagine di grande tensione, nelle quali l’autore sostiene tesi scomode – in particolare una, su Pearl Harbor – e nelle quali i confini tra storia, letteratura e critica sociale si fanno labili. Vidal, del resto, ha più volte citato la celebre battuta di Tolstoj: «La storia sarebbe una gran bella cosa, se solo fosse vera”. Solo Gore Vidal avrebbe potuto darci una visione degli Stati Uniti, in un periodo cruciale della loro e della nostra storia, così penetrante, irriverente, ironica, divertente e al contempo intrisa di senso tragico, scritta con l’inconfondibile eleganza e il consueto acume.

 

ARABESQUE: UN NUOVO CASO DALLA PENNA DELLA GAZZOLA

“Arabesque”: una nuova vita e un nuovo caso per Alice Allevi. il personaggio nato dalla penna di Alessia Gazzola adesso lavora come consulente Il nome di Alessia Gazzola è legato al titolo del suo libro di esordio, “L'allieva”, il romanzo che ci ha fatto conoscere proprio Alice, la protagonista di quella che sarebbe diventata una fortunata Serie di romanzi “giallo-rosa” che hanno trovato anche una trasposizione televisiva di grande successo. La Gazzola ha ambientato le storie della Serie nell'ambito della medicina legale: ambiente che la scrittrice conosce perfettamente avendo conseguito una specializzazione proprio in questo campo medico nel 2011. Sono passati già alcuni anni da quando Alice Allevi ha iniziato a lavorare presso l'istituto di Medicina legale come specializzanda e questo periodo della sua vita adesso è finito: Alice è a tutti gli effetti un medico specializzato in Medicina legale. Quello che si lascia alle spalle è stato sicuramente un periodo vissuto in modo particolarmente intenso dal punto di vista lavorativo e anche personale, ma per lei è arrivato il tempo di mettere le ali e di iniziare la libera professione: è un cambiamento importante e che va ad aggiungersi a quello già avvenuto in campo sentimentale. La sua storia d'amore, infatti, è finita e ora Alice si trova a vivere di nuovo la dimensione di single. Tutto intorno a lei, insomma, ha il sapore della novità e tutto sembra essere diverso: tutto, sì, tranne il rapporto con il sempre presente Claudio Conforti, il medico legale dalla personalità magnetica e affascinante e che, accanto a questo, però, mostra spesso anche evidenti lati di durezza e di spietatezza.

 

LE BELLEZZE DORMIENTI DI STEPHEN KING E FIGLIO

Viene definito il “re” del genere horror-thriller: una descrizione assolutamente adeguata per raccontare, in maniera sintetica, la lunga storia professionale di Stephen King, autore di un numero imponente di romanzi e che oggi propone la sua nuova creatura, “Sleeping Beauties” scritta a quattro mani con il figlio, Owen King. E' “Carrie” il titolo del suo primo libro: pubblicato nel lontano 1974, due anni dopo, nel 1976, è stato trasposto nel film omonimo diretto da Brian De Palma e ha permesso ad un vasto pubblico di conoscere il suo estro e la sua tecnica narrativa. La trama di “Sleeping Beauties” è ambientata nel futuro e si svolge a Dooling, una cittadina tra le montagne della catena degli Appalachi: il suggestivo scenario naturale che fa da sfondo a quanto accade. A Dooling tutto sembra scorrere nel migliore dei modi, dal punto di vista lavorativo non ci sono problemi, ogni cosa sembra essere sotto controllo, se non fosse per una strana “malattia” del sonno che colpisce solo le donne e da cui sembra essere meglio non svegliarle.

 

“RINASCIMENTO”, IL MANIFESTO DI SGARBI E TREMONTI

 “Stiamo vivendo un neo-medioevo culturale e occorre ricominciare a credere nella bellezza”. "Come nel Medioevo le tradizioni e le superstizioni avevano prodotto una quasi impenetrabile rete di vincoli e remore, così oggi le nuove superstizioni, prodotto artificiale della moderna civiltà ipertecnologica e postmoderna, si calano sulla realtà nella forma di una ragnatela ugualmente fitta di nuove infinite regole e inutili e sovrapposte servitù, di artificiose e forzose convenzioni ideologiche, politiche, culturali, tutte comunque capaci di impedire la piena realizzazione dello spirito umano e della convivenza civile. Ci si può liberare da questi vincoli, ma solo a partire da un nuovo Rinascimento, perché come nel passato la politica e l'arte tornino a essere lotta per la libertà contro la tirannide, ma anche antitesi e rivoluzione come costruzione dell'avvenire...". Con queste parole si apre “Rinascimento. Con la cultura (non) si mangia” un originale manifesto culturale e politico scritto a quattro mani da Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti, e destinato a far discutere: da una nuova idea di Europa al problema dei migranti, dallo Ius Soli al recupero e alla valorizzazione dei beni artistici come risposta virtuosa nata dal terremoto di un anno fa. Un dialogo colto e brillante che si muove fra economia e arte, filosofia e attualità e insieme un libro pieno di soluzioni concrete perché l'Italia torni a dispiegare, con Dante, "le ali al folle volo".

A ORIENTE DEL CALIFFO: COSA C’E’ OLTRE LO STATO ISAMICO?

Nell’ultimo periodo lo Stato Islamico (o ISIS o Daesh) ha incassato una dura serie di pesanti sconfitte e il collasso come organizzazione territoriale. Ma il progetto dello Stato Islamico resta quello di estendere i confini di un neo Califfato a tutta la comunità dei musulmani sunniti oltre il mondo arabo. In Asia le aree di un conflitto ormai permanente, come nel caso afgano o pachistano o nel caso della guerra sempre sotto traccia tra India e Pakistan, si presentano come un terreno ideale. Così il nuovo revivalismo islamico nelle repubbliche centroasiatiche dell’ex Unione Sovietica o nelle provincie meridionali musulmane della Thailandia o, ancora, in Paesi attraversati dal contrasto tra governo e comunità musulmane come nel Sud filippino, in quel vasto territorio insulare che fa dell’Indonesia il Paese più musulmano del pianeta o ‒ per venire a fatti recentissimi ‒ nel dramma dei Rohingya, cacciati dal Myanmar in Bangladesh. Come mai e con quali strumenti ha funzionato il messaggio dello Stato Islamico e qual è il contesto in cui opera? A rispondere a queste domande contribuisce un recente volume curato da Emanuele Giordana (“A oriente del Califfo. A est di Raqqa: Il progetto del gruppo Stato Islamico per la conquista dei musulmani non arabi”, Rosemberg & Sellier), testo in cui ci si interroga su cosa può restare, anche dopo la caduta di Raqqa, del messaggio di Al-Baghdadi in paesi così distanti dal cuore e dalla cultura mediorientale e in che contesto è maturato e cosa ha spinto un giovane di Giacarta, di Dacca o del Xinjang a scegliere la spada del Califfo e la sua violenta lettura del Corano.

 

 

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