Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Stiamo perdendo
la siderurgia

Stiamo perdendo <br> la siderurgia

di Paolo Pagliaro

(6 dicembre 2017) A Taranto c’è la maggiore acciaieria a ciclo integrale d’Europa, che è anche la più grande fabbrica manifatturiera d’Italia con i suoi 10.980 addetti diretti. L’Ilva dovrebbe essere un fiore all’occhiello del sistema Paese e invece da molti anni è un’emergenza nazionale, per  l’incapacità di conciliare le esigenze della produzione con la tutela dell’ambiente e della salute.
Cioè per una palese incapacità di governo.  
In questi giorni si sta giocando una partita decisiva per la sopravvivenza della fabbrica, che a giugno è stata acquistata dal colosso franco-indiano Arcelor Mittal, il maggior produttore mondiale di laminati piani. Per il rilancio e il risanamento del polo produttivo che fa capo a Taranto sono in programma investimenti del valore di circa 5 miliardi.  Ma tutto, compresi 10 mila posti di lavoro,  rischia di saltare per una disputa sui tempi del risanamento,  previsti da un  decreto governativo. Questi tempi sono parsi troppo lunghi alla  Regione Puglia e al comune di Taranto, che  si sono rivolti al Tar per chiedere l’annullamento del decreto. Con la palla di nuovo nel campo della magistratura - come in questi anni è accaduto troppe volte – il rischio è che Arcelor perda interesse per l'Ilva e per Taranto, ma soprattutto per un Paese dove si dice una cosa e se ne fa un’altra, e dove nulla è certo. 
Per scongiurare il rischio del naufragio ieri il ministro Calenda è corso a Taranto e ha chiesto al governatore Emiliano e al sindaco Melucci di ritirare i ricorsi al Tar. Ne ha ricavato una mezza promessa. Oggi si può dunque tornare a sperare che l’ex Italsider sopravviva, domani chissà.

(© 9Colonne - citare la fonte)