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direttore Paolo Pagliaro

Il disastro Alitalia
in attesa di un perché

Il disastro Alitalia <br> in attesa di un perché

di Paolo Pagliaro

(12 gennaio 2018) Si affolla il parterre dei pretendenti di Alitalia che si è promessa al mercato per sperare di avere un futuro.  Si sono fatti avanti Lufthansa, un fondo americano  ed Easyjet, con i partner Air France e Delta. Lufthansa, che fino a ieri sembrava favorita, chiede tuttavia – preliminarmente -  una drastica ristrutturazione, che tradotto significa tagli al personale e alla flotta.
Alitalia è in amministrazione straordinaria dal 2 maggio scorso ed è ancora operativa solo perché il governo ha messo a disposizione un prestito di 900 milioni.
Parliamo di briciole, se si pensa che dal 1989 al 2007, la compagnia di bandiera pubblica ha chiuso in perdita per ben 15 anni cumulando un passivo, a valori correnti, di 6 miliardi.  Le cose non sono andate meglio dopo la privatizzazione, nove anni fa.  La lunga fase dell'amministrazione straordinaria della vecchia Alitalia, scorporata con l'arrivo della cordata privata, ha prodotto ulteriori perdite. Alla fine il conto pagato dai contribuenti  per la compagnia di bandiera ha raggiunto i 7 miliardi e mezzo di euro.
I privati non hanno brillato per efficienza, rimettendoci un altro miliardo e mezzo.  Nel 2015 la compagnia ha perso 150 milioni, nel 2016 ne ha persi 337. Sembra davvero incredibile, posto che dal 2009 a oggi alla guida dell’azienda si sono alternati amministratori delegati e presidenti, alcuni di indubbia qualità, espressi da  soci come Air France, KLM ed Etihad, tutte compagnie di successo, nonché da soci italiani del calibro di Unicredit, Banca Intesa, Pirelli, Piaggio. Nessuno è mai riuscito a produrre un bilancio in utile.
Le spiegazioni fornite  dagli esperti sono le più varie: dall’autolesionistica riduzione dei voli a lungo raggio agli extracosti per le forniture di carburante, dalla concorrenza sleale delle compagnie low cost al numero eccessivo dei dipendenti di terra. Nessuna di queste voci può spiegare da sola un simile disastro industriale, tutte insieme forse sì.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)