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direttore Paolo Pagliaro

LA TRATTATIVA STATO-MAFIA CI FU

LA TRATTATIVA STATO-MAFIA CI FU

Dodici anni agli ex generali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, dodici anni all’ex senatore Marcello Dell’Utri, otto anni all’ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno, 28 anni al boss Leoluca Bagarella e dodici al boss Antonino Cinà. La trattativa Stato-Mafia ci fu, secondo la Corte d’Assise di Palermo che, dopo oltre quattro giorni di camera di consiglio, ha emesso la sua sentenza nell’aula bunker del processo. Tutti colpevoli per minaccia e violenza al corpo politico dello Stato. Condannato a otto anni anche il supertestimone Massimo Ciancimino, per calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, assolto invece dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Prescrizione per Giovanni Brusca. Assolto perché il fatto non sussiste Nicola Mancino, che rispondeva di falsa testimonianza. “Ho sempre avuto fiducia che a Palermo ci fosse un giudice – ha commentato l’ex ministro – Sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo, che tale è stato ed è tuttora. Sono stato volutamente additato ad emblema di una trattativa, benché il mio capo di imputazione, che oggi è caduto, fosse di falsa testimonianza”. La sentenza accoglie la ricostruzione dei pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi: tra il 1993 e il 1994 uomini delle istituzioni avrebbero trattato con i vertici di Cosa nostra per bloccare il ricatto delle bombe, ma con il risultato che gli ufficiali dei carabinieri interessati avrebbero finito per sostenere il ricatto lanciato dai mafiosi, trasformandosi di fatto in loro ambasciatori. I carabinieri del Ros sono condannati per i fatti commessi fino al 1993; Dell’Utri per i fatti del 1994. Le motivazioni della sentenza arriveranno fra novanta giorni.

COMMENTI. Il pm Vittorio Teres dedica la sentenza a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia, mentre il sostituto procuratore Di Matteo sottoline: “Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Ciò che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, secondo la sentenza qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. È una sentenza storica”. “Dobbiamo capire questa sentenza che è inaspettata”, ha commentato l’avvocato Giuseppe Di Peri, difensore dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, annunciando che impugnerà la sentenza. Anche dalla politica arrivano i primi commenti, targati Cinque Stelle: “La trattativa Stato-mafia c’è stata. Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità”, scrive il capo politico del M5S Luigi Di Maio in un tweet. “Con la storica sentenza sulla trattativa Stato-Mafia si dimostra, una volta per tutte, che pezzi delle istituzioni sono scesi a patti con Cosa Nostra. Tra i soggetti contraenti del patto c’è Marcello Dell’Utri (e qualcuno ne chiedeva la scarcerazione) fondatore di Forza Italia e braccio destro di Berlusconi. Ora il Caimano sarà ancora più nervoso”, aggiunge Alessandro Di Battista.

(Caf – 20 apr)

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