di Paolo Pagliaro
(26 aprile 2018) C’è un luogo, la Regione Lazio, in cui 5 Stelle e Pd stanno già cercando di governare insieme. E’ una scelta frutto in parte della necessità, visto che Nicola Zingaretti, neoletto presidente, non ha una maggioranza in consiglio, dove i suoi sono 25 su 51. Ma la decisione di confrontarsi ed eventualmente accordarsi sul programma è anche il risultato di una scelta politica. Il modello è quello del Parlamento europeo, dove spesso le maggioranze si formano su singoli provvedimenti.
Per trovare il paio di voti che gli mancano, Zingaretti non ha fatto campagna acquisti, come spesso è accaduto nel parlamento nazionale, ma ha chiesto a tutti i partiti una convergenza sui singoli punti programmatici. Ne ha proposti dieci, su diritto allo studio, commercio, piano ambientale, rifiuti, sanità. Roberta Lombardi, candidata dei 5 stelle per la presidenza della Regione e ora numero uno dell’opposizione, ha accettato il metodo e ha chiesto a Zingaretti di concordare un atteggiamento comune su alcuni temi come l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali, la messa in sicurezza delle strade e delle ferrovie, ma soprattutto un piano per i «rifiuti zero» e contro inceneritori e discariche. "Il fatto che l'interlocutore sia Nicola Zingaretti e non qualcun altro – ha spiegato Lombardi - fa la differenza. Noi ci siamo - ha aggiunto la capogruppo 5 Stelle - anche col rischio di far fare bella figura a Zingaretti, un rischio che corriamo volentieri se si tratta di fare il bene dei cittadini”. Parole che nella rissosa politica italiana non si sentivano da tanto tempo.