di Paolo Pagliaro
(16 maggio2018) Dal 2015 l’Italia è entrata in una fase di declino demografico e oggi l’Istat - nel suo rapporto annuale – ci avverte che il fenomeno sta diventando irreversibile. Quest’anno, nonostante gli immigrati, ci sono 100 mila residenti in meno rispetto all’anno scorso. Oggi gli italiani sono 60 milioni e mezzo. Nel 2030, secondo i demografi, saranno 55 milioni. Lo spopolamento riguarderà soprattutto il Mezzogiorno.
Le cause del fenomeno sono la costante diminuzione delle nascite, l’aumento dei decessi del crescente numero di persone in età avanzata, la riduzione dei flussi migratori verso l’Italia e l’emigrazione dei giovani: in cinque anni il numero degli italiani che ogni anno si trasferiscono all’estero è triplicato, passando da 51 mila a 153 mila.
Si accentua l’invecchiamento della popolazione. L’Italia è attualmente il secondo paese più vecchio al mondo, con una stima di 168 anziani ogni cento giovani. Secondo lo scenario proposto dall’Istat, tra 20 anni lo squilibrio sarà ancora più critico, con 265 anziani ogni 100 giovani. Le persone in grado di produrre reddito saranno di fatto, sempre meno e questo squilibrio produrrà un prevedibile terremoto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza.