Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Mattarella non è
un notaio silente

Mattarella non è <br> un notaio silente

di Paolo Pagliaro

(18 maggio 2018) Quando lunedì saliranno al Quirinale per informare Mattarella delle loro decisioni e dei loro desideri, Di Maio e Salvini non troveranno ad attenderli un silente notaio. La Costituzione prevede infatti che spetti al capo dello Stato il potere esclusivo di nomina del premier.
E cosa pensa il capo dello Stato è noto, visto che Mattarella, nei giorni scorsi è stato tutt’altro che silenzioso. In due discorsi, uno il 10 maggio a Fiesole per inaugurare la conferenza dell’istituto universitario europeo e l’altro il 12 maggio a Dogliani per commemorare Luigi Einaudi, il Presidente ha fatto sapere che userà tutte le prerogative che la Costituzione gli riconosce. E se da Fiesole è giunto un appello alla politica perché rafforzi l’ancoraggio europeo dell’Italia, a Dogliani Mattarella ha voluto ricordare che nel 1953 Einaudi, dovendo nominare il nuovo presidente del Consiglio, non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Democrazia Cristiana. E decise per un altro nome.
Rivendicò i poteri del suo ufficio nella scelta dei ministri. E rinviò due leggi approvate dal Parlamento, perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell'art.81 della Costituzione. Scrisse anche, Einaudi, che i contrappesi istituzionali sono freni che hanno lo scopo di limitare la libertà di operare dei ceti politici scelti dalla maggioranza degli elettori. Einaudi era contro il mito della sovranità popolare e contro il mandato imperativo, quel vincolo di mandato che il nuovo governo vorrebbe introdurre e che lo statista piemontese definiva invece “la morte dei Parlamenti”.
Evocando il passato per parlare del presente, a Dogliani Mattarella ha dunque fatto sapere che l’incontro di lunedì al Colle non sarà una formalità.

(© 9Colonne - citare la fonte)