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direttore Paolo Pagliaro

Candidarsi può essere
un atto di eroismo

Candidarsi può essere<br> un atto di eroismo

di Paolo Pagliaro

(8 giugno 2018) Domenica si vota a Treviso, che in 10 anni ha perso 6mila imprese e ha pagato un prezzo salato alla rovinosa caduta di Veneto Banca, ma che resta una delle capitali della manifattura e dello splendore del made in Italy. Si vota a Brescia, culla del civismo ambientale e del movimentismo ambientalista. Si vota ad Ancona, dove con le migrazioni dal nord Africa pesca e cantieristica hanno cambiato pelle, si vota a Pisa, a Siena, Vicenza, Brindisi, Catania, Messina, Sondrio, Avellino e in altri 750 comuni. Per eleggere sindaci e consigli andranno alle urne – se lo vorranno – 6milioni e 750mila italiani. Gli eventuali ballottaggi sono in programma tra due settimane, il 24 giugno.
La tentazione di trasformare queste amministrative in un primo sondaggio sul nuovo governo è forte, anche se – come sempre alle amministrative - i fattori locali alla fine risulteranno decisivi.
Sicuramente sarà un test sulla popolarità della giunta Raggi il voto dei circa 300mila romani chiamati a rinnovare due consigli municipali.
Tra le particolarità delle elezioni di domenica c’è che in sette comuni sono state rinviate perché non si è trovato nessuno disposto a candidarsi. Cinque di questi comuni sono in Sardegna, uno in provincia di Como, il settimo e il più noto è San Luca, in provincia di Reggio Calabria. Qui il Comune è stato sciolto cinque anni fa per le infiltrazioni della ‘ndrangheta e da allora non si è più riusciti a eleggere un sindaco.
Dice il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che fare il sindaco è un mestiere difficile: ci sono poche risorse e molti obblighi, le decisioni da prendere sono spesso scomode, impopolari o rischiose, come dimostra l’alto numero di amministratori minacciati. In qualche caso candidarsi può essere un atto di eroismo.

 

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