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direttore Paolo Pagliaro

Cresce il partito
dell’astensione

Cresce il partito <br> dell’astensione

di Paolo Pagliaro

(13 giugno 2018) Dice il professor Pasquino che l’astensionismo è diventato un modo di fare politica e in fondo anche un modo di votare. E’ il partito di quelli che mandano a dire ai politici: non ci piacete, nessuno di voi ci convince.
La notizia, oscurata in questi giorni dalle altre urgenze dettate dall’agenda Salvini, è che quel partito gode di ottima salute e domenica scorsa ha stravinto le elezioni amministrative, che avrebbero dovuto chiamare alle urne 6 milioni e 700 mila italiani. In realtà nei 109 comuni superiori ai 15.000 abitanti l’affluenza è stata del 60,1%, con un calo di 6 punti e mezzo rispetto alle precedenti comunali. Un calo sostanzialmente simile si è verificato nel confronto con le politiche del 4 marzo. Se il termine di paragone sono le politiche del 2013, il calo è stato di ben 12 punti e mezzo. Considerata la tradizionale fedeltà dell’elettore al voto comunale, questi dati sono un indicatore della sempre maggiore disaffezione degli italiani nei confronti della politica.
Non tutti i partiti hanno però pagato lo stesso prezzo. Secondo gli studiosi dei flussi elettorali, alle recenti elezioni politiche, il 4 marzo, ha deciso di astenersi, in particolare, oltre un quinto degli elettori che nel 2013 aveva votato per la coalizione di Bersani. E domenica scorsa sono tornati al partito dell’astensione anche i voti di chi alle politiche aveva scelto Liberi e Uguali. Riconquistare i suoi più che convincere gli altri: questa sembra essere la missione della sinistra nell’anno che ci separa dalle europee.

(© 9Colonne - citare la fonte)