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direttore Paolo Pagliaro

Latino e greco
per la nuova Europa

di Paolo Pagliaro

(20 giugno 2018) A Göttingen, in Germania, è nata qualche mese fa Epistoa (www.epistoa.eu), una cooperativa di docenti, studenti e ricercatori che si propone di mantenere i valori europei - che sono lo Stato di diritto e i diritti dell’uomo - anche attraverso la promozione delle lingue antiche proprie dell’Europa, ossia il latino e il greco.
Presentando l’ iniziativa sul mensile IL, Detlev Schild, biofisico in quella università, ha detto che a scuola si impara che la divisione dei poteri fu inventata da Montesquieu, mentre in realtà essa inizia proprio in quella antichità che Montesquieu aveva studiato così a fondo. Che cos’erano infatti il regime di alternanza dei due consoli o le interazioni tra consoli, Senato e Assemblea popolare a Roma, se non una divisione dei poteri? Già nell’antichità si possono dunque trovare i primi indizi dei diritti dell’uomo dedicati alla protezione del singolo, della sua libertà e della sua proprietà contro gli attacchi dello Stato. Lo scetticismo dei governati nei confronti dei governanti ha radici profonde, e anche un profano riesce a vedere che molte di queste idee di base ebbero origine nell’antichità. Tutto ciò – dicono a Göttingen - potrebbe e dovrebbe essere comunicato meglio.
Lo fa in Italia Nicola Gardini, lo studioso che dopo il successo del suo “Viva il latino” pubblicato da Garzanti nel 2016, torna oggi in libreria con un nuovo saggio intitolato “Le dieci parole latine che raccontano il nostro mondo”. Si va da “ars” a “rete”. Gardini è convinto che attraverso il latino misuriamo la distanza che la civiltà ha percorso; ci facciamo idee più chiare sulla provenienza di abitudini mentali, di immagini, di metafore; ritorniamo sui nostri passi e cerchiamo le svolte, gli errori, il perché. E ci prepariamo a crescere. Perché niente inizia mai ora.

(© 9Colonne - citare la fonte)