Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

BALLOTTAGGI, VOTO NON OMOGENEO E INCERTO

BALLOTTAGGI, VOTO NON OMOGENEO E INCERTO

Domenica 24 giugno si terrà il turno di ballottaggio in 76 comuni superiori ai 15 mila abitanti (compreso il Municipio 3 di Roma), coinvolgendo complessivamente un elettorato di oltre 3 milioni di elettori. Tra tutti i 111 comuni “superiori” (ai 15.000 abitanti) chiamati al voto in questa tornata di elezioni amministrative, soltanto 35 hanno eletto il loro sindaco già al primo turno. Nei casi rimanenti, saranno direttamente gli elettori a scegliere tra i due candidati più votati. In attesa del voto di domenica che consentirà un bilancio complessivo di questa tornata elettorale, l’Istituto Cattaneo ha analizzato la struttura della competizione politica nei 76 comuni in cui si terrà il ballottaggio e ha stimato il grado di incertezza elettorale per tutte le città coinvolte dal voto, considerando le zone e i contesti dove i casi di “rimonta” tra i due turni di votazione sono più probabili. Nella maggior parte dei casi, per la precisione in 43 su 76, il ballottaggio prevede una sfida “tradizionale” tra il centrodestra e il centrosinistra. In altri 17 casi, una delle due coalizioni principali (centrodestra e centrosinistra) si troverà a competere con una lista civica. Se a questi si aggiungono i ballottaggi in cui il M5s competerà contro un candidato di centrosinistra o centrodestra, è evidente che le due coalizioni sono presenti, in un formato o nell’altro, in oltre il 90% delle consultazioni. E sono queste competizioni a rappresentare il vero ago della bilancia, che stabiliranno i vincitori e gli sconfitti di questa tornata elettorale amministrativa. Tuttavia, osservando la dinamica della competizione politica che ha caratterizzato tutti i ballottaggi italiani dal 2010 al 2018, si può notare la progressiva riduzione dei confronti bipolari tra centrodestra e centrosinistra nel corso degli anni. Fino al 2012, questo tipo di competizione caratterizzava mediamente il 75% dei ballottaggi, mentre a partire dal 2013 – anche come conseguenza della crescita dei consensi per il M5s e dell’incremento delle liste civiche – i confronti diretti tra le due coalizioni “tradizionali” di centrodestra e centrosinistra si sono ridotti in media al 50%, vale a dire a un ballottaggio su due. Movimento 5 stelle conferma, anche in questa occasione, le sue difficoltà ad accedere al ballottaggio. Tuttavia, com’è accaduto in passato, i candidati dei cinquestelle potrebbero rivelarsi degli assi pigliatutto una volta ammessi al secondo turno (come hanno dimostrato i casi noti di Parma, Livorno, Torino o Roma). Ma le vere difficolta per il partito di Di Maio riguardano la fase precedente il ballottaggio. In 14 comuni su 76 il M5s non ha neppure presentato un candidato, lasciando ad altri la possibilità di concorrere per la carica di sindaco. In soli tre casi (Pomezia, Ragusa, Assemini), il candidato sindaco del M5s è risultato il più votato e, di conseguenza, si presenterà al ballottaggio con un vantaggio competitivo rispetto agli avversari. In 4 casi, invece, il M5s è stato ammesso al ballottaggio e si troverà a sfidare un candidato di centrodestra (2) o di centrosinistra (2). In 19 casi di ballottaggio, il Movimento 5 stelle si trova ad essere il terzo classificato: un esito che non gli ha consentito di accedere al secondo turno, ma che permette ai suoi elettori di giocare un ruolo decisivo nella contesa tra i due candidati più votati. Infine, quasi nella metà dei ballottaggi (36 su 76) il M5s giocherà un ruolo secondario o marginale poiché la sua lista è arrivata solamente quarta, quinta o sesta, lasciando spazio a candidati di altra provenienza (civiche e derivanti da divisioni negli schieramenti principali). (Red - 21 giu)

(© 9Colonne - citare la fonte)