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Salvini re dei social
Ma la politica muore

Salvini re dei social <br> Ma la politica muore

di Paolo Pagliaro

(22 giugno 2018) I numeri del web sono ballerini e facilmente manipolabili, ma in ogni caso Matteo Salvini è tra i politici più popolari e più attivi sui social media. Ha 785.000 follower su Twitter, 2 milioni e 600 mila su Facebook, 292.000 su Instagram.
La sua attività sui social è incessante. Il cronista del Corriere della Sera Gianluca Abate si è preso la briga di monitorare le iniziative digitali del ministro dell’Interno in un giorno – domenica 17 giugno – scelto a caso.
Salvini riesce a twittare alle 9.15 («Certa gente mi fa solo pena»), alle 12.01 («Aquarius approda in Spagna»), alle 12.22 («In diretta da Seregno»), alle 14.38 («Io non mollo»), alle 18.26 («Appuntamento a Pontida il primo luglio»), alle 18.27 («In diretta da Cinisello Balsamo»), alle 20.26 («La Germania ha perso? Peccato»), alle 21.02 (durante la trasmissione Non è l’Arena), alle 21.07 (sempre ospite di Massimo Giletti su La7), e poi ancora alle 21.08, alle 21.09, alle 21.10, alle 21.11, alle 21.13, alle 21.16 e alle 21.17. Alle 21.26 un altro tweet da Sondrio, poi alle 22.30 Salvini passa su Facebook e pubblica un post contro Matteo Renzi. Sempre da lì, alle 23.57, dà la «buonanotte» ai suoi follower. Nelle more c’è stato il tempo per un paio di apparizioni su Instagram e per qualche battuta affidata alle agenzie.
Con questo diluvio informazionale Salvini detta spesso la linea al governo. Sostengono Giuseppe De Rita e Antonio Galdo, nel loro saggio Einaudi intitolato “Prigionieri del preste”, che il frenetico appiattirsi sull’istante - poco importa se attraverso un tweet, un post o un urlo televisivo - non rappresenta solo un’involuzione lessicale della politica, ma segnala la sua più grave malattia. Che è la rinuncia alla ricerca faticosa e costante di mediazioni, sintesi e compromessi. La rinuncia a due elementi essenziali della democrazia, che sono il tempo e la profondità.

(© 9Colonne - citare la fonte)