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DI MAIO: ILVA E ALITALIA
CASI SPINOSI, VALUTIAMO

DI MAIO: ILVA E ALITALIA <br> CASI SPINOSI, VALUTIAMO

 "Sono 144 i tavoli di crisi aperti che riguardano 189 mila lavoratori, tengo a riconoscere lo sforzo che si fa per trovare una soluzione. Ci sono due casi complessi che stiamo affrontando, Alitalia e Ilva. Su Alitalia stiamo analizzando tutti i dati perché vogliamo punire i responsabili della attuale situazione, e poi valutare un piano di spending review. Su Ilva, non sono stati considerati sufficienti da questo governo i piani di riqualificazione lavorativa e ambientale e, abbiamo chiesto delle controproposte a Mittal Arcelor e stiamo approfondendo anche la regolarità della procedura di aggiudicazione, della quale abbiamo inviato tutta la documentazione all'Anac nelle ore passate". Lo dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, in audizione alle Commissioni riunite di Industria, commercio, turismo e Lavoro, previdenza sociale di Camera e Senato. Sull'Ilva, in particolare, "il tema vero non è la vendita o meno di Ilva, ma a chi la vendiamo, e se l'acquirente può garantirci che tra cinque anni non ci si ritrovi nelle stesse condizioni. Io voglio garantire ai lavoratori e all'indotto che quel piano sia effettivamente attuabile". Di Maio ha poi aperto a reinserimento almeno parziale dello strumento dei voucher, smentendo ogni tipo di contrasto con il responsabile dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio: "Se i voucher devono servire a sopperire a una carenza nel settore dell'agricoltura e nel turismo, ben vengano. L'importante è che il nuovo provvedimento, e mi appello al Parlamento, venga scritto in modo da evitare gli abusi". Di Maio si è soffermato anche sulla questione pensioni: "Siamo al lavoro per valutare le combinazione più convenienti sulla cosiddetta quota 100" la somma tra età e anni di contribuzione, "perché ovviamente non tutte le combinazione sono possibili. Ed è nostro obiettivo tagliare le cosiddette pensioni d'oro, quelle da oltre 4-5 mila euro al mese che non corrispondono ai contributi versati". E infine, sul reddito di cittadinanza: "Il reddito di cittadinanza per noi non è una misura assistenziale, ma una vera e propria misura economica perché in grado di creare lavoro, in cambio dell'impegno a formarsi e accettare le offerte di lavoro ricevute. Almeno un milione di persone inattive verrebbero spinte verso il mondo del lavoro. In stretto collegamento pensiamo a un forte rafforzamento quantitativo e qualitativo dei centri per l'impiego".

(Sis)

 

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