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GIUSTIZIA, BONAFEDE:
ECCO IL MIO “METODO”

GIUSTIZIA, BONAFEDE: <br> ECCO IL MIO “METODO”

“La riforma delle intercettazioni ha certamente il merito di aver messo d'accordo tutte le parti: sono tutti contrari. Chiederemo sicuramente una proroga (della delega, ndr) e sarà un tempo utile a riscrivere totalmente il testo. Nel farlo, voglio usare quello che, in piccolo, chiamo il ‘metodo Bonafede’. Quindi sono già partite delle lettere a tutte le Procure distrettuali per chiedere il loro contributo sulla regolamentazione della materia. In seguito, ovviamente, ascolteremo anche gli avvocati ed eventualmente la polizia giudiziaria”. Lo afferma il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in una intervista a La Notizia nella quale precisa anche che “la riforma della prescrizione viaggia parallelamente ai provvedimenti necessari a snellire le procedure e a nuove dotazioni per gli uffici giudiziari. Sembrano argomenti diversi, che, invece, vanno nella stessa direzione: la certezza per i cittadini italiani di ottenere un servizio giustizia accettabile. Quello che non è accettabile, in uno stato di diritto, è che qualcuno, con responsabilità accertate, possa pensare di farla franca. Penso alla strage di Viareggio e ai reati che verranno dichiarati prescritti all'inizio dell'appello. Per questo abbiamo deciso di chiamare la riforma della prescrizione la ‘legge Viareggio’, così che ogni volta ci si possa ricordare del dolore dei familiari e della ragione che sta dietro al provvedimento. Il ministro affronta poi il tema della legittima difesa, uno dei cavalli di battaglia della Lega. C'è compattezza su questo tema all'interno dell'esecutivo? “Quello che vogliamo fare - e su questo siamo compatti - è togliere le zone d'ombra dall'attuale legge. Dare, quindi, ai magistrati uno strumento chiaro col quale orientarsi in queste fattispecie”. Poi, in vista della nuova consiliatura del Csm, parla delle correnti della magistratura: “L’associazionismo in magistratura, ma come in ogni altro campo, è una cosa buona. Ne sono tanto convinto al punto che ho avviato un'iniziativa, Il ministro ascolta, grazie alla quale accoglierò in via Arenula le associazioni che gravitano nel mondo della giustizia. Quello che invece trovo aberrante sono gli effetti del cosiddetto ‘correntismo': in alcuni casi è come se la magistratura avesse preso in prestito il peggio della politica". E conclude: “I magistrati italiani sono fra i più produttivi d'Europa. Credo che la sfiducia dei cittadini, in realtà, sia legata al mondo della giustizia tout court. E questo ce lo dicono le statistiche quando mostrano come la gente abbia quasi rinunciato a rivolgersi ai tribunali per ottenere giustizia. Questo è il dato che ci deve allarmare ma, contemporaneamente, stimolare al massimo a mettere mano alle regole. I processi, soprattutto quelli civili, sono troppo lunghi e costosi. E' un disincentivo. Noi vogliamo invertire la rotta". Inoltre “personalmente ritengo che un giudice oltre a essere terzo, in ossequio ai nostri principi costituzionali, debba anche apparire tale. Non si può smettere la toga, indossare il completo di un partito e poi tornare a giudicare o indagare”.

(© 9Colonne - citare la fonte)