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direttore Paolo Pagliaro

Salvini e il mancato
colloquio con Putin

di Paolo Pagliaro

(17 luglio 2018) Volando a Mosca per assistere alla finale della Coppa del Mondo di calcio, Matteo Salvini aveva due obiettivi. Il primo, dichiarato, era quello di tifare per la sconfitta della Francia, nostro storico alleato e avamposto di un mondo multietnico e liberale. Obiettivo fallito. E poi, come tutti i politici arrivati a Mosca per la chiusura del mondiale, anche Salvini avrebbe voluto incontrare Putin, l’uomo dal quale a suo avviso «c’è molto da imparare». Obiettivo, anche questo, fallito. Perché – come racconta Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera - nel fine settimana, il presidente russo è stato impegnatissimo con una serie di appuntamenti di altissimo livello.
Sabato al Cremlino ha ricevuto i presidenti dell’Autorità palestinese, del Gabon, della Moldavia e del Sudan. La giornata si era chiusa per il capo dello Stato russo con una telefonata al turco Erdogan e un colloquio con l’ex presidente del Madagascar.
Quelle di domenica sono state ore di fuoco per Putin: ha avuto faccia a faccia con il presidente del Comitato olimpico, con Macron, con la presidentessa croata, con l’emiro del Qatar e con il premier ungherese. Dopo la partita – ci informa Dragosei - Putin ha visto i responsabili della sicurezza dei 34 paesi che hanno lavorato assieme ai russi durante i mondiali. In tribuna d’onore, inevitabilmente, il numero uno del Cremlino aveva attorno i personaggi più direttamente coinvolti con la finale e i presidenti giunti a Mosca. Con tanti altri non c’è stata nemmeno la possibilità di una stretta di mano.
Così va il mondo e queste sono le sue gerarchie, viste da Mosca e forse non solo da lì. Al neo-sovranismo italiano non resta che mettersi in coda. in attesa che il Gabon o il Madagascar gli facciano spazia nell’agenda dei Grandi.

(© 9Colonne - citare la fonte)