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direttore Paolo Pagliaro

GOVERNO, BRIATORE:
LO SOSTENGO MA...

GOVERNO, BRIATORE: <br> LO SOSTENGO MA...

"Io non parlo mai di politica con Berlusconi. Ne sa più di me, lo annoierei e basta. Preferisco confrontarmi con lui sugli scenari globali. Parliamo di economia, di imprese, da Silvio c'è sempre da imparare”. Lo afferma Flavio Briatore, reduce da una giornata con il leader di Forza Italia, in una intervista al Corriere della Sera. E torna a confermare la sua fiducia nel governo gialloverde: “Questo è un governo di rottura, l'unico possibile in questa fase. A M5S e Lega dev'essere data la possibilità di governare insieme senza opporgli critiche stupide”, come “quella secondo cui Di Maio non può essere un ottimo vicepremier perché faceva lo steward al San Paolo. Per me è un valore aggiunto”. Tuttavia dà un giudizio negativo del decreto dignità sostenendo che non inviterebbe “assolutamente” un amico a investire in Italia “soprattutto dopo quel decreto Dignità che limita la possibilità degli imprenditori di usare i contratti a tempo determinato. Certi politici sono convinti che un capo azienda non veda l'ora di licenziare. In realtà, non vede l'ora di assumere. E poi, lo ripeto da secoli, possibile che non riusciamo a capire che il turismo è una priorità assoluta?”. E sulle deleghe passate al ministero dell'Agricoltura commenta: “Una scemenza senza fine. Il Turismo dovrebbe essere di competenza del primo ministro. In Qatar hanno il petrolio, giusto? Fossimo noi italiani in Qatar, la classe dirigente si sarebbe messa a puntare sull'olio d'oliva... Ci vorrebbe un piano quarantennale per i nostri settemila chilometri di coste meravigliose. E invece continuiamo a incentivare quel turismo in ciabatte e sacco a pelo che poi tra l'altro finisce per voltarti le spalle, come sta accadendo in Puglia”. Dei contrasti di Berlusconi con Salvini inoltre dice: “Fatti loro, sono due persone intelligenti e due persone intelligenti prima o poi si ritrovano. Una cosa è certa: Salvini sull'immigrazione sta facendo quello che nessuno dei governi precedenti era stato in grado di fare” e “l'opposizione al momento è fatta da partiti di ‘nonni’ che soccombono contro la forza della gioventù di M5S e Lega. E lo dico con tutto il rispetto che si deve ai più anziani, da cui ho sempre imparato molto”, “politicamente Berlusconi è come un padre che non ha avuto figli. Invece che rilassarsi e godersi questa età, Silvio rimane alla guida del partito perché non ha dei collaboratori in grado di sostituirlo. Se guardi dentro Forza Italia, le persone sembrano sempre le stesse da secoli”. E il Pd? “Non sottovaluterei un certo Renzi. Matteo è una persona intelligente, farà di tutto per rientrare nei giochi che contano” e “si ricorda quando dissi che il vero delfino di Silvio era Renzi? Lo penso ancora”. Per quanto riguarda i  Cinquestelle l’imprenditore afferma: “Deve capire che un conto è la propaganda, un conto è il governo. Adesso hanno bisogno di gente all'altezza, spesso non ne hanno”. E Conte? “Non lo conosco, sarà senz'altro un professore preparato. Al momento mi sembra il classico amministratore delegato che due azionisti un po' litigiosi mettono a capo di un'azienda per fargli fare soprattutto il paciere”. (14 ago - red)

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