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direttore Paolo Pagliaro

Ma il ponte Morandi
è diventato un affare?

Ma il ponte Morandi <br> è diventato un affare?

di Paolo Pagliaro

(13 settembre 2018) La battaglia senza quartiere che si sta combattendo a mezzo stampa per accaparrarsi l’incarico di ricostruire il ponte Morandi, crollato a Genova un mese fa, è uno spettacolo che ci saremmo volentieri risparmiato. Dalla piega che ha preso la discussione tra Regione Liguria, Comune, governo, concessionario, società partecipate dallo Stato e organizzazioni professionali di architetti e ingegneri, sembra che si tratti di aggiudicarsi un affare. Mentre la gara dovrebbe essere a chi fa meglio e più in fretta. Riferendosi al decreto per Genova, oggi il presidente della Regione ha detto di temere "un commissariamento a 5 Stelle della Regione Liguria" e si è lamentato per la mancata consultazione sul nome del commissario e sulle modalità per la ricostruzione. Toti ha aggiunto che a un mese dal disastro, dal governo non si è visto ancora un centesimo.
Il presidente della società Autostrade ha detto invece che a norma di contratto, la sua azienda ha l’obbligo e il diritto di provvedere nel tempo più breve possibile alla ricostruzione del ponte. Dove la parola diritto suona perlomeno stridente in un contesto in cui le uniche parole adeguate dovrebbero essere dovere e responsabilità.
C’è infine la battaglia del ministero per la revoca della concessione e il ritorno allo Stato della competenza sulle autostrade. Che questo basti per viaggiare più tranquilli è tutto da dimostrare. Negli ultimi cinque anni in Italia sono crollati dodici viadotti, molti dei quali sulle strade a gestione pubblica.
Forse è venuto il momento di deporre le armi e rimboccarsi le maniche.

(© 9Colonne - citare la fonte)