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AUTONOMIA, STEFANI:
SI PARTE DAL VENETO

AUTONOMIA, STEFANI: <br> SI PARTE DAL VENETO

"L'autonomia deve arrivare” e “conto di portarla in Consiglio dei ministri anche prima” della data dell’anniversario del referendum, il 22 ottobre, partendo dal Veneto “la Regione che è andata più avanti”. Lo afferma il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, la leghista e vicentina Erika Stefani, in una intervista a La Verità. E annuncia anche che “subito dopo toccherà all'Emilia, poi alla Lombardia” quindi a tutte le altre che, con sua “piacevole sorpresa”, si sono mosse: “Oltre alla Liguria, anche il Piemonte, la Toscana, l'Umbria, le Marche. Poi leggo sui giornali che anche Michele Emiliano in Puglia ci sta ragionando...”. E replica a chi la accusa di stare facendo la “secessione dei ricchi”: “Sbagliano. Non c'è alcun rischio di scardinare l'unità nazionale”, “il saldo totale resterà invariato: quando passa la competenza di una materia passano anche le risorse necessarie per farla funzionare”, “sulla base del costo storico per quel determinato servizio” e “siamo convinti che i servizi possono funzionare meglio se sono affidati ai governatori delle Regioni. Perché conoscono meglio i loro cittadini e la loro terra”. Anticipa poi che al Veneto conta di dare il massimo possibile previsto dalla Costituzione, 23 materie, in disaccordo con M5s che le giudicano troppe: “È la Costituzione a garantire alle Regioni la possibilità di chiedere l'autonomia e quindi competenze. Quindi è realizzabile” e “l'autonomia sta nel contratto di governo”, “il contratto è chiaro, ma poi bisogna saper far fronte agli imprevisti” ma “io sono positiva”. Sottolinea inoltre che “all'inizio il ministro del Sud, Barbara Lezzi, aveva espresso perplessità”, “forse non sono ancora riuscita a spiegare bene il progetto nelle regioni meridionali”. (17 set - red)  

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