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direttore Paolo Pagliaro

L’INDUSTRIA DEL FARMACO PENALIZZA GLI STATI

L’INDUSTRIA DEL FARMACO PENALIZZA GLI STATI

Le più importanti case farmaceutiche al mondo mettono a repentaglio la salute dei cittadini, privando i governi di preziose risorse erariali che potrebbero essere investite nel potenziamento dei sistemi sanitari pubblici, e compromettendo la possibilità di accesso ai farmaci essenziali per milioni di persone. Non è raro inoltre l’utilizzo indebito della propria influenza per contrastare i tentativi di contenere il costo dei farmaci e rafforzare le attività di controllo e vigilanza pubblica sul settore.  É quanto emerge dal nuovo rapporto Prescription for poverty pubblicato oggi da Oxfam, che esamina gli impatti diretti e indiretti sulle disuguaglianze economiche e di salute riconducibili alle attività di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott Laboratories. Note per prodotti come Neutrogena, Polase, e Brufen, ma anche per molti farmaci salvavita, sono tra le più importanti imprese del settore farmaceutico, con un volume di ricavi pari a 1.800 miliardi di dollari nel decennio 2006-2015. Un ammontare di poco inferiore al PIL italiano del 2016.

Oxfam ha condotto un’analisi dei bilanci consolidati depositati dalle società capogruppo negli Stati Uniti ed esaminato i bilanci pubblici di 359 sussidiarie dei 4 gruppi in 19 Paesi nel periodo 2013-2015, riscontrando tracce di un potenziale trasferimento di profitti da Paesi a fiscalità medio-alta verso giurisdizioni dal fisco agevolato. “L’aggressiva pianificazione fiscale, senza verosimilmente contraddire le prescrizioni di legge, pone seri interrogativi sul rispetto dello spirito delle normative fiscali e di quell’equità fiscale, cui alcune delle compagnie esaminate dichiarano esplicitamente di ispirarsi nella propria mission e politica societaria”, ha dichiarato Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia.

Tanto nelle economie avanzate esaminate (Australia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Spagna) quanto nei mercati emergenti e paesi in via sviluppo  (Cile, Colombia, Ecuador, India, Pakistan, Perù e Tailandia) i margini medi degli utili di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott al lordo delle imposte sono risultati estremamente bassi: rispettivamente del 7% e del 5% nel triennio 2013-2015. In altre parole, un utile lordo di appena 7 e 5 centesimi per ogni dollaro fatturato.

(© 9Colonne - citare la fonte)