Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La Lega? Un partito
di estrema destra

di Paolo Pagliaro

(19 settembre) C’è chi pensa ancora che, poiché gli operai la votano, la Lega sia una costola della sinistra, solo un po’ più affidabile su  questioni molto  sentite come l’immigrazione. E’ un’idea sballata, come spiega bene il libro che due docenti di Scienza Politica e Sociologia – Gianluca Passarelli e Dario Tuorto – hanno dedicato al partito di Salvini, definito “estrema destra di governo”. Nel saggio pubblicato dal Mulino, i due studiosi  analizzano i vari aspetti della  metamorfosi imposta alla Lega dal nuovo leader:  l’abbandono della battaglia secessionista per l’indipendenza della Padania – fondamento storico della tradizione leghista – attraverso alcune forzature simboliche come l’eliminazione del simbolo del partito e della parola «Nord» dal nome. La sostituzione dell’indipendentismo con il sovranismo. L’adesione ai temi classici della destra nazionalista come la lotta alla mondializzazione, all’immigrazione, all’Europa della moneta unica, all’idea stessa di «democrazia pluralista» sostenuta dal pensiero liberale. All’origine della sua storia la Lega si era proposta come forza politica innovativa, di protesta e antisistema ma non connotata dal punto di vista ideologico. Ora dialoga con Casa Pound e con i neofascisti europei.  Altro che costola della sinistra! Nel saggio si ricorda poi come in un paese dalla memoria cortissima, Salvini –grazie  anche alla capacità di parlare schietto e diretto -  sia riuscito ad apparire come un uomo nuovo, un fustigatore dei politici di professione, pur avendo fatto solo politica per tutta la vita: come consigliere comunale, parlamentare europeo, deputato e infine senatore oltre che ministro.   Adesso, alla prova del governo, avrà comunque anche lui il problema di non pagare un prezzo troppo alto all’inevitabile  conflitto tra aspettative generate e risultati raggiunti. 

(© 9Colonne - citare la fonte)