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direttore Paolo Pagliaro

Governo a un bivio:
sussidi o sviluppo?

Governo a un bivio: <br> sussidi o sviluppo?

di Paolo Pagliaro

(1 ottobre 2018) Forse il reddito di cittadinanza non basterà a sconfiggere la povertà, ma se il meccanismo funzionasse così come è stato immaginato da Di Maio potrebbe riuscire nel miracolo di resuscitare e dare un senso ai centri per l’impiego.
Nati per favorire l'incontro fra domanda e offerta, i 501 centri pubblici per l’impiego non hanno raggiunto risultati brillanti: solo il 3,4% degli italiani ha trovato un lavoro grazie alla loro mediazione. Ora dovrebbero occuparsi del reddito di cittadinanza proponendo a chi lo chiede (cioè a oltre 6 milioni di persone) l’iscrizione a un corso di formazione professionale, l’avvio a progetti di lavori di pubblica utilità per i comuni, tre offerte di lavoro.
I centri per l’impiego, che dipendono ormai dalle Regioni, hanno poco meno di 8 mila addetti, che sono decisamente pochi se paragonati ai 98 mila della Germania, i 74 mila del Regno Unito e i 54 mila della Francia. Per il blocco del turn over il personale ha in genere un’età avanzata e una scarsa dimestichezza con il digitale.
Servirebbero dunque alcune decine di migliaia di nuovi assunti per rendere possibile l’effettiva presa in carico delle pratiche. Ma servirebbero soprattutto dotazioni e competenze informatiche. Come fa notare oggi Luigi Oliveri sul sito phastidio.net, manca ancora un sistema nazionale di condivisione delle banche dati, i collegamenti con quelle dell’Inps sono molto difficoltosi, completamente assenti quelli con le anagrafi dei comuni o degli uffici finanziari. Una parte delle risorse dovrebbe essere quindi dedicata a un grande piano di investimenti in logistica ed infrastrutture, oltre che in formazione, e così il reddito di cittadinanza diverrebbe una leva dello sviluppo.

(© 9Colonne - citare la fonte)