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direttore Paolo Pagliaro

Non dite ai giovani
cosa devono comprare

Non dite ai giovani <br> cosa devono comprare

di Paolo Pagliaro

(18 ottobre 2018) Dice l’Istat che nel 2017 in Italia oltre 5 milioni di persone, una su dodici, non avevano lo stretto necessario per vivere. La povertà assoluta riguardava l’8,4% della popolazione, in crescita rispetto al 7,9 del 2016. Si tratta dei livelli più alti mai toccati dall’inizio della rilevazione Istat nel 2005.
Va detto però che la crisi economica non ha colpito nello stesso modo le diverse generazioni.  Tra il 2006 e il 2016 il reddito si è ridotto del 20,9 % per le persone che vivono in nuclei “giovani”, ossia quelli con capofamiglia con meno di 40 anni; mentre è invece aumentato dell’1,6 per cento per le persone appartenenti a famiglie “anziane”, quelle il cui capofamiglia ha più di 65 anni.
Dieci anni fa le famiglie anziane percepivano il reddito più basso nel confronto fra generazioni, mentre ora sono tra quelle con il reddito più alto.  La cosa si spiega col fatto che il monte stipendi  in questi anni è sceso mentre non si può dire lo stesso del monte pensioni.  Col fatto che tra le famiglie giovani è aumentato il  peso degli stranieri, che hanno redditi bassi. E col fatto che l’intero  sistema del welfare – sanità, reversibilità, pensioni – è disegnato su misura degli anziani, e con la riforma della Fornero lo sarà ancora di più.
 Sembra di capire insomma che i poveri soccorsi dal reddito di cittadinanza saranno soprattutto i giovani.  E qui viene buono quello che ha scritto su Avvenire l’economista Luigino Bruni a proposito dell’idea che i soldi dello Stato possano essere spesi solo per acquistare non meglio precisati beni primari.    Il primo "reddito" di cui i molti poveri del nostro Paese hanno bisogno- ha scritto Bruni -  è un segnale di fiducia e di dignità. Di sentirsi dire che sono poveri ma prima di tutto sono persone adulte, e possono decidere, anche loro, se è più primario un vestito o un regalo per chi amano.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)