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direttore Paolo Pagliaro

Duecento miliardi
andati in fumo

Duecento miliardi <br> andati in fumo

di Paolo Pagliaro

(23 ottobre 2018) Dalle elezioni a oggi l’incertezza politico-finanziaria è costata all’Italia perdite per 198 miliardi di euro. Di tanto è diminuito il valore di obbligazioni, azioni e titoli di stato nel periodo che va dal 28 febbraio al 19 ottobre. Il calcolo lo ha fatto la fondazione David Hume.

Alla perdita di 198 miliardi – più o meno il 10% del Pil – si arriva sommando i 42 miliardi che ci ha rimesso chi ha investito sui titoli di debito del mercato obbligazionario, i 67 miliardi di minor capitalizzazione delle società quotate in Borsa, gli oltre 88 miliardi di minor valore dei titoli di Stato detenuti da individui e operatori residenti in Italia, al netto di quelli detenuti dalla Banca d’Italia. Circa metà delle perdite sono maturate dopo l’insediamento del governo, il 31 maggio.

Escludendo dal calcolo ciò che hanno perso gli investitori istituzionali e limitandosi a famiglie e imprese, il risultato è che la famiglie hanno visto la loro ricchezza diminuire di 90 miliardi nell’ipotesi più ottimistica e di 143 in quella peggiore. La perdita per le imprese oscilla dai 31 ai 50 miliardi.

Nel report firmato da Luca Ricolfi, Rossana Cima e Caterina Guido si sottolinea che tutte le stime sono prudenziali ed è ragionevole pensare che le perdite effettive siano state maggiori. L’unico motivo di consolazione è l’avvertenza che le perdite calcolate sono ovviamente virtuali, e potrebbero essere riassorbite, o tramutarsi in guadagni, se la situazione economica e le valutazioni dei mercati nei prossimi mesi o anni dovessero evolvere positivamente.

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