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Manovra fiscale
ecco chi ci rimette

Manovra fiscale <br> ecco chi ci rimette

di Paolo Pagliaro

(22 novembre 2018) Anche se la flat tax nella sua versione elettorale è di fatto scomparsa dai radar per incompatibilità con la tenuta dei conti pubblici, il fisco resta uno dei capitoli centrali della manovra economica. Le tasse diminuiscono per gli imprenditori individuali e i lavoratori autonomi: dal 2019 viene esteso il regime forfettario al 15% per chi fattura fino a 65 mila euro e dal 2020 viene introdotto un regime sostitutivo per i contribuenti con fatturato tra 65 e 100 mila euro. Una tassazione agevolata al 15% è prevista anche per gli utili reinvestiti. I minori incassi per lo Stato saranno di 300 milioni nel 2019 ma raggiungeranno i 4 miliardi e mezzo quando le misure saranno a regime, nel 2021. In compenso aumenteranno di 5 miliardi e mezzo le tasse per banche e assicurazioni. Un gettito superiore agli 8 miliardi in tre anni viene atteso anche dall’abolizione di due agevolazioni per le imprese come l’Ace e l’Iri. E’ anche per questo che il mondo produttivo – da Confindustria in giù – non ha accolto con entusiasmo la legge di bilancio. Eppure la leva fiscale potrebbe aiutare molto la crescita, come spiega bene il giurista Andrea Silvestri nel saggio “Il fisco che vorrei” appena pubblicato da Franco Angeli. Silvestri fa l’elenco delle misure fiscali in grado di favorire innovazione, sviluppo tecnologico, competitività del sistema paese. Pensa a una polizza per salvare le imprese dal continuo e vorticoso aggiornamento delle norme, a interventi per ridurre il costo dell’energia, a regimi di favore in grado di attrarre aziende estere, come ha saputo fare l’Irlanda. In questo come in altri contributi alla discussione sul fisco c’è una visione che la politica ha da tempo smarrito.

 

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