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direttore Paolo Pagliaro

Contrasto alla povertà
cosa si è fatto finora

Contrasto alla povertà <br> cosa si è fatto finora

di Paolo Pagliaro

(30 novembre 2018) Il reddito di cittadinanza promesso dai 5 Stelle suscita attese e allarmi probabilmente eccessivi, perché è una riforma in sostanziale continuità con ciò che già esiste. Per la spesa sociale, quella destinata a combattere la povertà, l’Italia già stanzia ogni anno circa 70 miliardi di euro. L’elenco delle misure in vigore si apre con l’assegno sociale. E’ un sussidio che non ha limiti di durata ed è previsto solo in favore degli anziani sprovvisti di reddito. Sono 453 euro al mese che su iniziativa del governo Berlusconi sono diventati 642 per chi ha compiuto 70 anni. C’è poi il Rei, il reddito d’inclusione, approvato dal governo Gentiloni e in vigore dal primo gennaio di quest’anno. Va a tutte le famiglie che hanno redditi non superiori a 6 mila euro l’anno e prevede un sussidio che va da 187 a 534 euro al mese. La platea potenziale è di 2 milioni e mezzo di persone. C’è poi il Sia – sostegno per l’inclusione attiva, introdotto dal governo Renzi e ora sostituito dal Rei – che l’anno scorso ha garantito un piccolo reddito a 500 mila italiani indigenti.

E’ ancora in vigore, inoltre, la Social Card, carta acquisti riservata alla famiglie povere con anziani e bambini; vale 40 euro al mese, cumulabili, e serve per pagare le bollette o fare la spesa. Anche in questo caso – come per il Sia e il reddito di inclusione – la carta di pagamento elettronica è emessa da Poste Italiane.

Altre misure di natura assistenziale introdotte negli ultimi anni sono la Carta Famiglia, il bonus per famiglie numerose, il bonus bebè, oltre a un paio di una tantum. Ci sono poi le prestazioni sociali concesse dai Comuni, a cominciare dall’assegno di maternità che quest’anno vale 342 euro al mese, Forme di sostegno sono previste anche da molte Regioni. Il reddito di cittadinanza dunque è una nuova declinazione di politiche già in atto, e l’idea di legarlo all’obbligo di cercare di un lavoro – già presente nel Rei – può significare un passo avanti nel nostro confuso sistema del welfare.

(© 9Colonne - citare la fonte)