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Pd, un declino
che viene da lontano

Pd, un declino <br> che viene da lontano

di Paolo Pagliaro

(4 dicembre 2018) Il Pd viene spesso accusato di non aver compreso e discusso le ragioni del proprio tracollo elettorale.  Viene ora in soccorso il  Cise, il Centro Italiano Studi Elettorali, che in questi giorni ha pubblicato un dossier di 300 pagine, consultabile anche on line, sul voto del 4 marzo e sugli avvenimenti successivi. Lo studio  raccoglie un gran numero di analisi basate su dati aggregati, sondaggi esclusivi e stime dei flussi elettorali. In sintesi, le conclusioni sono le seguenti.
I flussi verso il Movimento 5 Stelle sono associati alla credibilità della sua promessa di riformare la legge Fornero, combattere la disoccupazione garantendo un reddito minimo e rinnovare la politica italiana. Quelli verso la Lega premiano la promessa di sicurezza e l’ostilità alla globalizzazione economica, all’Euro, all’immigrazione.
I punti deboli del partito di Renzi e Gentiloni sono stati invece la scarsa credibilità nel combattere la disoccupazione, nel gestire efficacemente la sanità pubblica ma soprattutto  nel rinnovare la politica. Secondo il Cise nell’analisi che il Pd si appresta a compiere con il  congresso dovrà trovare spazio una ricostruzione degli effetti degli ultimi anni di governo: dal Jobs Act, che ha tagliato molti ponti con il mondo del lavoro, senza peraltro produrre risultati  importanti sul fronte dell’occupazione, alle vicende di Banca Etruria, alla gestione politica del referendum.
Il Pd paga anche – secondo il Centro studi della Luiss e dell’Università di Firenze – la narrazione ottimistica dei grandi processi di trasformazione del nostro tempo, che hanno prodotto sì alcuni vincenti ma soprattutto molti perdenti. La loro protesta si può esprimere nelle urne, come è accaduto in Italia, o nelle piazze, come sta accadendo in  Francia.

(© 9Colonne - citare la fonte)