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direttore Paolo Pagliaro

“PD, IL SIMBOLO
NON È UN DOGMA”

“PD, IL SIMBOLO <BR> NON È UN DOGMA”

“L'Italia è governata da una maggioranza numerica, ma non esiste una maggioranza politica. Manca una prospettiva di sviluppo. Il costo dell'odio, tra rivolta dei sindaci e tassa sulla bontà, fotografa la mancanza di idee. II governo continua a mettere le pezze, come si dice a Roma”. Così in un’intervista al Messaggero il presidente del Lazio e candidato alla segreteria Dem, Nicola Zingaretti. La Regione Lazio farà dunque ricorso alla Consulta sul decreto sicurezza? “Stiamo studiando il testo più efficace. Ci muoviamo anche su una terza via. Abbiamo stanziato 1,2 milioni di euro per i Comuni affinché non interrompano i percorsi di integrazione dei migranti e inoltre promuoveremo l'assistenza legale dei soggetti, penso ai sindaci o alle persone, che faranno ricorso. Basta zone grigie”. I suoi discorsi sui migranti sembrano quelli dell'ala ortodossa del M5S. Sarà possibile un dialogo tra il suo Pd e l'ala sinistra dei grillini? “I grillini – risponde Zingaretti – sono complici del loro suicidio e soprattutto del momento più buio della vita democratica italiana”. “La mia e la nostra missione è quella di parlare con le persone: per chi lo ha votato il M5S è stato una speranza tradita, chi gridava onestà si è ritrovato i condoni”. Zingaretti si dice inoltre molto ottimista sulle prossime primarie del Pd e prevede che “i gazebo si riempiranno. In questa situazione così difficile credo che superare un milione di persone sia un obiettivo possibile. Ci saranno sorprese: c'è un'Italia insoddisfatta e arrabbiata che vuole ripartire per cambiare, ma con un nuovo gruppo dirigente”. Eppure, gli viene fatto notare, le europee potrebbero essere la tomba del Pd. “Dovremo costruire una nuova piattaforma per cambiare l'Europa. Serve una lista forte, unitaria e aperta”. “Dobbiamo aprirci e allargarci, aggregare forze culturali, economiche e sociali per dare un'idea che c'è un'Europa da rifondare. Loro, i leghisti, vogliono picconare l'Europa noi rifondarla”. Un’ottica secondo la quale iI simbolo del Pd “Non è un dogma, ma questo poi lo decideremo. Dobbiamo ripartire dal Pd come promotore di una lista ampia, con il protagonismo degli intellettuali del mondo della ricerca e della scuola, del mondo del lavoro, dei giovani e del l'associazionismo”. (11 GEN / red)

 

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