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direttore Paolo Pagliaro

Dl sicurezza e cittadinanza,
La Marca e Schiro’ (Pd)
scrivono a Salvini

Dl sicurezza e cittadinanza, <br> La Marca e Schiro’ (Pd) <br> scrivono a Salvini

“Nel Decreto Sicurezza, da lei fermamente voluto e da noi altrettanto fermamente osteggiato, compaiono norme che non limitano i loro effetti al bersaglio prevalente delle disposizioni in esso contenute – gli stranieri presenti nel nostro Paese -, ma coinvolgono anche altre persone che poco hanno a che fare con questa sua scelta ossessiva”. E’ quanto si legge in una lettera aperta di Francesca La Marca e Angela Schirò, deputate del Pd elette all’estero, indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Le deputate dem, facendo riferimento all’articolo 14 del dl sicurezza (“La concessione della cittadinanza italiana (nel nostro caso al coniuge che la richiede per matrimonio) è subordinata al possesso, da parte dell’interessato, di un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue”), affermano: “Sappiamo bene che questa disposizione, richiedente una conoscenza elevata della lingua italiana, si aggiunge a tutte quelle che vogliono rendere la vita difficile agli stranieri che intendono integrarsi nel nostro Paese fino a diventarne cittadini, tanto più se in esso vi sono i propri affetti familiari, ma pur di raggiungere questo obiettivo lei passa disinvoltamente sulla condizione di decine di migliaia di famiglie e di coppie “miste” che vivono anche all’estero. Vi sono tante unioni, infatti, costituite da un/a italiano/a sposato/a con uno/a straniero/a che vorrebbero condividere anche la cittadinanza, oltre ai figli e a tante altre cose che sorreggono il loro rapporto. La richiesta del possesso di un livello elevato di conoscenza della lingua italiana come condizione dell’ottenimento della cittadinanza, alla quale si aggiunge il raddoppio dei tempi di attesa della definizione della pratica, costituisce obiettivamente una remora e un freno per questa legittima aspirazione”. 

“E poi, ammesso che di questa misura si debba prendere semplicemente atto, si è posto il problema degli aspetti pratici che ne discendono? Per acquisire una conoscenza e una certificazione dell’italiano a livello B1, a chi e dove bisognerà rivolgersi? Da chi gli interessati possono ricevere informazioni sui possibili contatti da realizzare? – proseguono le deputate rivolgendosi a Salvini - Quanto gli costeranno i corsi e la stessa certificazione? Ha idea di come i nostri consolati siano già oberati di lavoro e di richieste e di quanto ci vuole, in termini di tempo e di spesa, per spostarsi e lasciare i propri impegni familiari e di lavoro? Sappiamo bene che la sua maggiore preoccupazione è quella di mandare messaggi securitari e diversivi a un elettorato angosciato da mille difficoltà concrete, ma lei – ci perdoni – alle persone in carne e ossa e ai loro problemi quotidiani non ci pensa mai? Tanto più se il solo fatto di risiedere all’estero costituisca di per sé un fattore in più di difficoltà, che meriterebbe attenzione e rispetto”. “Anche se non ci facciamo molte illusioni, provi a governare una volta tanto non per simboli e messaggi antagonistici, ma cercando di pensare alle persone vere e provando ad aiutarle a risolvere qualche loro problema, anziché spingerle verso l’ansia e appesantirne le difficoltà – concludono Schirò e La Marca - Provi, in sostanza, a cambiare qualcosa per dare ai protagonisti di tante unioni “miste”, formate anche da nostri connazionali all’estero, un minimo di aiuto e l’idea che il Paese di cui vogliono diventare cittadini non li considera un rischio ma una positiva risorsa”. (18 gen - PO / Red)

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