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direttore Paolo Pagliaro

Nelle stime sul Pil

l’Ue è troppo buona?

Nelle stime sul Pil <br> 
l’Ue è troppo buona?

di Paolo Pagliaro

(8 febbraio 2019) Banca d’Italia, Fondo monetario internazionale, Confindustria, analisti di mercato, ultima la Commissione europea. Sul futuro dell’economia italiana tutti fanno previsioni più allarmanti di quelle – decisamente rosee – formulate dal governo. 
Il 19 gennaio Banca d’Italia aveva previsto che nel 2019 ci sarebbe stata una crescita del Pil pari allo 0,6%, mentre per il governo cresceremo dell’1% o più. Di Maio aveva reagito dicendo che sono diversi anni che la Banca d'Italia non ci prende nelle stime. 
Ieri si è replicato lo stesso copione ma con attori diversi. La Commissione europea – più severa di via Nazionale - ha stimato una crescita del Pil italiano nel 2019 dello 0,2%, la più bassa nell’Unione. Questa volta ha reagito Salvini, osservando che a Bruxelles non hanno mai azzeccato una previsione negli ultimi dieci anni. 
A giudicare dal fact checking di Agi e Pagella Politica, diciamo che Salvini ha ragione. In effetti negli ultimi dieci anni le previsioni diffuse dalla Commissione europea a inizio anno sulla crescita del Pil durante l’anno stesso si sono sempre rivelate imprecise, con uno scostamento massimo di 1,4 punti percentuali nel 2012 e uno minimo di 0,3 nel 2015 e nel 2016. Quello che Salvini non dice, però, è che l’errore della Commissione in sette casi su dieci, è nato da un eccesso di ottimismo. Cioè in genere Bruxelles attribuisce all’Italia una crescita del Pil superiore a quella poi che poi effettivamente si registra. A giudicare dagli ultimi dati sulla produzione industriale, c’è il rischio che sia così anche questa volta.

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