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AUTONOMIA, BONACCINI:
ORA PROVA DELLA VERITA’

AUTONOMIA, BONACCINI: <br> ORA PROVA DELLA VERITA’

Si apre oggi un'altra settimana decisiva per l'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Oggi a Bologna il ministro per le Autonomie, Erika Stefani, incontra il presidente emiliano, Stefano Bonaccini, l'unico governatore del Pd che ha avviato le procedure per aumentare competenze e fondi della propria Regione. E che afferma in una intervista a Libero: “C'è stata un'accelerazione nell'ultimo mese e alcuni passi avanti. Certo, registriamo anche resistenze molto forti e ora il governo è alla prova della verità: questa settimana dovrà dirci se si arriva davvero all'intesa o se prevarrà la conservazione. Prova della verità che riguarda l'intera maggioranza, Lega e M55”. Il rischio è che venga fuori un'autonomia annacquata rispetto all'accordo che lei, Maroni e Zaia avete sottoscritto il 28 febbraio scorso, che di fatto prevede che le Regioni si tengano una parte dei soldi delle tasse? “Intanto chiariamo un punto: per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, il tema del residuo fiscale non è mai stato sul tavolo. Chiediamo invece di poter gestire direttamente in Emilia-Romagna le risorse necessarie alle competenze che vorremmo, 15 sulle 23 possibili, soldi che lo Stato spende già oggi: non vogliamo un solo euro in più. La compartecipazione alle imposte non è in discussione, mentre il quanto sarà ponderato rispetto alle materie e ai costi effettivamente trasferiti. Casomai si tratta di capire quali competenze e funzioni ci accorderà lo Stato”.

Inoltre precisa: “Credo che il primo nemico sia una scarsa informazione. Peraltro, si parla dei tre progetti di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia come fossero un tutt'uno, a riprova che manca la conoscenza del merito”. L'autonomia danneggia il Sud? “E’ una sciocchezza. Il nostro progetto non toglie nulla alle altre Regioni. Per me, tanto l'unità nazionale quanto la solidarietà tra territori sono principi inviolabili. Il progetto dell'Emilia-Romagna è pienamente riproducibile per le altre Regioni e costringe l'intero sistema a dotarsi di fabbisogni standard e livelli essenziali di prestazioni. Lo può temere solo chi vuole l'opacità della spesa pubblica o nella gestione della cosa pubblica”. Infine sostiene che la Lega “rischia di pagare un prezzo se, dopo anni di annunci roboanti, non arriveranno risposte sull'autonomia. Parliamoci chiaro: le resistenze dei ministeri di cui ho parlato sono molto trasversali e riguardano entrambe le forze politiche della maggioranza di governo”. (red – 11 feb)

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