di Paolo Pagliaro

Rompendo un lungo e incomprensibile embargo, il sito dell’Associazione Roars ha pubblicato il testo degli accordi sull’autonomia regionale differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Roars è uno spazio digitale pensato per i ricercatori, e dunque  i  documenti pubblicati  riguardano le conseguenze che l’attuazione di questa riforma avrà sul mondo della Scuola, dell’Università e della Ricerca scientifica nelle tre regioni interessate. Ma poiché ci sarà un taglio delle risorse destinate ad alimentare la fiscalità generale dello Stato, gli effetti riguarderanno anche i restanti sistemi regionali italiani.
In Lombardia e Veneto gli insegnanti neoassunti avranno ruoli regionali, come pure i dirigenti scolastici e il personale amministrativo. Tutto sarà competenza regionale: finalità e programmazione dell’offerta formativa,  valutazione , alternanza scuola-lavoro, rapporti con le scuole paritarie.
Ma le competenze che lo Stato si accinge a trasferire a Veneto e Lombardia e in parte anche all’Emilia Romagna in realtà sono molte di più. Riguardano tutela dell’ambiente, rapporti internazionali, commercio estero, sicurezza del lavoro, professioni, tutela della salute, alimentazione, ordinamento sportivo, protezione civile, governo del territorio, porti e aeroporti, trasporti, comunicazione, energia, previdenza complementare, beni culturali, banche locali.
Una vera e propria rivoluzione, che comporterà il decentramento di importanti funzioni e impoverirà lo Stato centrale, perché insieme alle competenze migreranno anche i denari incassati con le tasse. Alla fine a mezzo paese verrà riconosciuto quello statuto speciale ora riservato a poche regioni. La cosa davvero impressionante è che a una svolta di questa portata – che non solo nel Sud molti cominciamo a chiamare la secessione dei ricchi - si arrivi nella pressoché totale assenza di un dibattito pubblico.