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direttore Paolo Pagliaro

Italia-Francia, perché
è meglio essere amici

Italia-Francia, perché <br>è meglio essere amici

di Paolo Pagliaro

E’ rientrato oggi a Roma l'ambasciatore francese Christian Masset, richiamato una settimana fa per la crisi sui gilet gialli tra l'Italia e la Francia. E’ una tregua propiziata da un cordiale colloquio tra il presidente Macron e il capo dello Stato italiano Sergio Mattarella. Si chiude così, almeno fino al prossimo incidente, la più grave crisi dei rapporti tra Francia e Italia nel dopoguerra.
L’incapacità di distinguere l’interesse di partito da quello dello Stato ha messo a repentaglio una collaborazione economica vitale per entrambi i Paesi. La Francia rappresenta per l’Italia il secondo partner commerciale: esportiamo per 46 miliardi, importiamo per 35, dunque con un saldo positivo di 11 miliardi. La Francia è il terzo investitore in Italia, con quasi 60 miliardi impiegati in un anno nelle nostre imprese.
E’ in mano francese il 10% delle azioni quotate in Borsa. Si tratta di partecipazioni rilevanti e di natura per lo più industriale. Hanno passaporto francese azionisti importanti di Telecom Italia e Mediaset, di Parmalat ed Edison, di Generali e Unicredit. Hanno una proprietà francese banche come Bnl o Cariparma. La francese Essilor è socia alla pari di Luxottica, mentre Cassa depositi e prestiti è impegnata in una difficile partita per il controllo dei cantieri dell’Atlantique. Aggiungiamo che le banche francesi sono tra i maggiori acquirenti dei nostri titoli di Stato: su un totale di circa 200 miliardi di euro di debito pubblico detenuto da banche straniere, il 30% è in mano francese. E infine – con 4 miliardi spesi l’anno scorso - è francese una quota sempre più rilevante del turismo straniero in Italia.
Sono queste circostanze molto concrete che suggeriscono il ritorno a una politica di buon vicinato.

(© 9Colonne - citare la fonte)