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direttore Paolo Pagliaro

Politica estera
mai così confusa

Politica estera <br> mai così confusa

di Paolo Pagliaro

(18 febbraio 2019) Il rischio di frammentazione dell’Europa e le conseguenze dovute al cambiamento climatico sono le due minacce principali segnalate per il 2019 dai 130 esperti consultati dall’Ispi nell’ambito del rapporto annuale sulla politica estera, presentato oggi. Secondo gli interpellati – attivi nel mondo della ricerca, del giornalismo, delle istituzioni e delle imprese – cesseranno invece alcuni incubi del nostro recente passato come il terrorismo islamico.

Sul piano interno i timori più diffusi riguardano la crisi economica, intesa come somma di bassa crescita e alto debito pubblico. E’ opinione diffusa che dallo scontro con l’Unione Europea il nostro paese possa ricavare più danni che vantaggi. Osserva il presidente dell’Ispi Giampiero Massolo che “il saldo fra oneri e opportunità dell’appartenenza all’Unione e del rispetto delle regole comuni per l’Italia rimane positivo, mentre i costi dell’isolamento sarebbero altissimi”.

Agli esperti è stato chiesto quale sia stata la crisi più sottostimata nel 2018: al primo posto viene citato il conflitto tra Russia e Ucraina, seguito da quello in Yemen, dalla deriva autoritaria in Turchia, dagli effetti della Brexit e dalle nuove sanzioni americane all’Iran.

Per la prima volta dal 2014, non raggiunge la sufficienza il voto dato alla politica estera italiana. Come spiegano Alessandro Colombo e Paolo Magri - che hanno curato il Rapporto quest’anno dedicato alla crisi dell’ordine liberale – nelle sue relazioni internazionali l’Italia vive in un limbo, sospesa fra atlantismo ed europeismo, incerta tra Trump e Putin, convinta che il nostro avversario in Libia sia la Francia, mentre invece sauditi, Emirati ed egiziani dalla parte di Haftar, Turchia e Qatar da quella di al-Sarraj, hanno più potere di influenzare gli avvenimenti di quanto ne abbiano Roma e Parigi.

(© 9Colonne - citare la fonte)