Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

BONGIORNO: LEGITTIMA
DIFESA ENTRO MARZO

BONGIORNO: LEGITTIMA <br> DIFESA ENTRO MARZO

“Ho rapporti frequenti con il ministro Bonafede e sono più che serena. Per noi della Lega, è anche una questione di coerenza. In campagna elettorale abbiamo parlato tanto di questo provvedimento. Inoltre, è proprio di questi giorni la storia di un uomo aggredito che dovrà scontare 4 anni e mezzo di pena, mentre il suo aggressore solo 10 mesi”. Così il ministro Giulia Bongiorno, in una intervista al Messaggero, fa il punto sulla legittima difesa ed assicura che “entro marzo la legittima difesa vedrà la luce. Oltre a essere equilibrata sarà un faro per chi indaga: quando l'aggredito si trova in una condizione di turbamento e si difende non è punibile. I magistrati potranno prendere in considerazione lo stato psicologico della vittima, per evitargli così la via crucis del processo penale”. E nessun rischio di far-west: “Non è una legge che arma il popolo italiano, non è una licenza d'uccidere. È la prima legge che si occupa in modo serio delle vittime”. E che servirà da deterrente: “Chi delinque valuta anche i rischi e la legislazione vigente. E quindi sapere che lo Stato italiano si sta schierando a favore delle persone aggredite sarà un segnale importante”. Evidenzia poi che “in passato c'era un tessuto sociale diverso, c'erano famiglie patriarcali, composte da numerose persone. Ora non è più così, e questa legge servirà anche a equilibrare questi mutamenti della società. E comunque nella legge abbiamo utilizzato il verbo ‘respingere’, non è un attacco al nemico”. Sul caso Diciotti niente processo per Salvini. Ha vinto la linea di Giulia Bongiorno? “Non è così. Per andare a processo, il vicepremier Matteo Salvini avrebbe dovuto mentire agli italiani, perché avrebbe dovuto dire alla Giunta che non c'era un interesse pubblico e che aveva agito per interesse personale. La legge è chiara: se c'è interesse pubblico manca l'antigiuridicità. Era impossibile dire 'votate contro di me'. Tuttavia, se processato Salvini sarebbe stato sicuramente assolto, anche se forse tra dieci anni”. Da donna di diritto non le ha creato imbarazzo assistere a una votazione su Rousseau su questo tema? “È nel Dna dei grillini, questo continuo contatto con i loro militanti, può piacere o non piacere. È una modalità che hanno usato in passato. Personalmente non ho questa ansia di ricercare sempre il confronto con l'elettorato”. C'è stato un 41% di voti favorevoli all'autorizzazione: è un dato su cui anche voi dovete riflettere? “A me sembrava evidente che non ci fosse un interesse privato di Salvini, non conosco il percorso logico di questo 41%, a me sembra difficile da argomentare il contrario”. (21 feb – red)

(© 9Colonne - citare la fonte)