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Droga, DCSA: chi comanda lo spaccio in strada

Il traffico/spaccio di stupefacenti è diventato una delle principali attività criminali, sicuramente la più redditizia, in molte città italiane. Attività in gran parte svolta da cittadini stranieri, in prevalenza africani. Dall'inizio dell'anno al 19 febbraio scorso, i dati, provvisori, elaborati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), indicano in 1.596 gli stranieri denunciati dalle forze di polizia per spaccio con in testa i marocchini (325), seguiti dai nigeriani (235), gambiani (156), tunisini (140), senegalesi (93), egiziani (42) e 93 stranieri di altri paesi africani. Nel solo mese di gennaio, poi, i 1.125 stranieri denunciati hanno rappresentato il 43% circa sul totale delle 2.597 persone segnalate all'autorità giudiziaria. L'altro elemento che emerge dalle indagini è la conferma dei nigeriani utilizzati come narcocorrieri (ovulatori) se si pensa ai quaranta fermati nel corso dei controlli di polizia in diverse zone del territorio nazionale. Fatti che avvengono quasi quotidianamente. L'ultimo è del 20 febbraio con un venticinquenne nigeriano, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, fermato dalla polizia al Brennero mentre rientrava da Monaco,a bordo di un treno, con 66 ovuli nella pancia riempiti di cocaina ed eroina per un totale di circa un chilogrammo di droghe. L'aspetto sorprendente resta, tuttavia, l'alta percentuale degli stranieri spacciatori sul totale delle persone denunciate, al punto che molte piazze italiane sono letteralmente nelle loro mani. Si pensi, ad esempio, a Bologna dove in questo scorcio di 2019, su 28 persone denunciate 22 sono risultati stranieri, a Bari su 23 ben 19 stranieri, a Milano 141 stranieri sul totale di 189 denunciati, a Modena 13 stranieri su 16 denunciati, a Roma su 402 denunciati ben 157 stranieri, a Torino 68 stranieri su 96,per arrivare a Udine dove su 35 persone denunciate 33 sono stati stranieri.

I sequestri, in diversi casi, hanno riguardato non solo le classiche droghe di cui sentiamo quotidianamente parlare e cioè marijuana, hashish, cocaina, eroina, amfetaminici, ma anche sostanze che la DCSA include nella statistica "altre droghe". Così, alcuni stranieri sono finiti nei guai per la detenzione di una sessantina di chilogrammi di bulbi di papavero da oppio che, una volta essiccati, possono esser succhiati per assumere residui di morfina. Non è la prima volta che vengono sequestrati bulbi di papavero. Già nel 2016 e 2017, in due distinte operazioni di polizia, furono scoperti circa 4 kg di tali prodotti. Altri sequestri nel corso dei primi due mesi del 2019 hanno riguardato 11grammi di foglie di coca, 83 grammi di ketamina (un farmaco anestetico), 1 grammo di buprenorfina (derivata dalla tebaina ed estratta dall'oppio), quasi 4 kg di khat, 774 grammi di oppio, 150 dosi di Rivotril (farmaco a base di benzodiazepina venduto come droga di strada), 24 di suboxone (utilizzata dai tossicodipendenti in cura al posto degli oppioidi) e 96 dosi di Xanax (benzodiazepina). Quantitativi, questi di "altre droghe" che, alla fine dell'anno sono destinati a raggiungere anche valori consistenti come si può rilevare dando uno sguardo alle relazioni DCSA degli ultimi cinque anni in cui il picco massimo è stato raggiunto nel 2015 con il sequestro di 2.067kg di queste sostanze. Un mercato, dunque, sempre più in espansione come si rileva anche dai sequestri delle classiche sostanze stupefacenti che nel solo mese di gennaio sono stati di oltre 6,5 tonnellate di cui 2,8ton di cocaina. Un anno che lascia intendere come alla fine di dicembre si possa ancora raggiungere e superare, come è accaduto negli ultimi tre anni, le cento tonnellate di sequestri complessivi di droghe in un'azione collettiva delle forze di polizia che è apprezzabile ma non può certamente risolvere il problema.
(Piero Innocenti)

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