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direttore Paolo Pagliaro

Quando l’operaio
diventa imprenditore

Quando l’operaio <br>diventa imprenditore

di Paolo Pagliaro

Dopo tre anni di affitto in cui hanno salvato e rilanciato l’impresa, i 51 dipendenti dell'Italcables hanno ultimato il pagamento pattuito e in questi giorni sono diventati proprietari dello stabilimento.
Accade a Caivano, in provincia di Napoli. L’Italcables, che prima di entrare in crisi faceva parte di un gruppo finanziario portoghese, è un’azienda specializzata nella produzione di fili d’acciaio per cemento armato precompresso. Materiale di cui ci serve per costruire ponti, dighe e gallerie.
Nel 2015 per non perdere il lavoro, i dipendenti si costituirono in cooperativa e, mettendo in gioco tfr e altre spettanze, si impegnarono a versare 3 milioni e 800 mila euro nell’arco di tre anni. Un progetto reso possibile dall’appoggio del ministero dello Sviluppo economico, Regione Campania. Legacoop e Banca Etica. Oggi la Wbo Italcables è un'azienda solida. Fattura 20 milioni contro i 2 del 2015. Wbo sta per workers buyout, cioè dipendenti che rilevano la fabbrica in cui lavorano.
Di operazioni simili negli ultimi anni ce ne sono state circa trecento. Tante sono le aziende a rischio chiusura, rinate sotto la guida di dipendenti che hanno avuto il coraggio di diventare soci imprenditori.
C’è la marchigiana Desi Srl specializzata in cucine componibili rinata come coop. La Fenix Pharma di Roma, che gli americani avevano deciso di chiudere e che 40 tra ex manager e tecnici hanno rimesso sul mercato, raddoppiando il fatturato. C’è la Mancoop una cooperativa rilevata dagli operai, che produce nastri adesivi nel sud pontino. C’è la Stile Pavimenti di Città di Castello, salvata dal fallimento dai suoi venti dipendenti. E poi la Zanardi Editoriale di Padova, la bresciana Scalvenzi, l’Industria Platica Toscana e tante altre. Quindicimila posti di lavoro messi in salvo dai lavoratori.

(© 9Colonne - citare la fonte)