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BREXIT, MOAVERO: VOTEREI SI'
A RICHIESTA PROROGA

"C'è una situazione di vera e propria suspense, come in un film di Hitchcock, ma certamente meno truculento".  Di fronte alle Commissioni riunite Esteri e Politiche Ue della Camera, il ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi usa un'immagine cinematografica per raccontare lo stato di incertezza legato alla Brexit, una situazione dai tanti possibili scenari aperti tra i quali non si possono escludere nuove elezioni politiche nel Regno Unito o un referendum bis. Ma la possibilità che si è fatta sempre più concreta in queste ore è quella di una richiesta di proroga da parte di Londra: "Ne dobbiamo parlare a livello di governo, ma io sono del parere che se ci fosse la domanda di proroga da parte del Regno Unito noi dobbiamo dire sì, perché la non proroga significa andare immediatamente nello scenario di rottura, che purtroppo è sul tavolo" afferma  il ministro degli Esteri. "Esprimo una posizione personale: ho sempre pensato che la decisione del Regno Unito di uscire fosse una cattiva notizia per l'Ue e per l'Italia" aggiunge il responsabile della Farnesina, precisando che finora "nessun governo ha espresso con chiarezza una posizione, anche perché l'eventualità concreta di procedere al voto su una domanda di proroga è diventata possibile solamente nelle ultime ore, prima veniva esclusa". "Non creiamo preoccupazioni inesistenti, non utilizziamo terminologie che lasciano pensare che non ci sia preparazione, che accadano eventi cataclismatici e quant'altro - avverte il responsabile della Farnesina - Stiamo seguendo tutto, lo stiamo facendo da tempo nel quadro del negoziato che i 27 hanno con il Regno Unito e lo stiamo facendo nel quadro bilaterale. Non esiste uno scenario catastrofico". 

Il ministro degli Esteri poi rivela: "Da parte italiana lavoriamo sull'ipotesi che siano adottati dei decreti legge, rispetto ai quali le condizioni di necessità e urgenza previste dalla nostra Costituzione sono pienamente giustificate. Ci sono dei settori prioritari verso i quali si orienta l'attenzione sia europea che nazionale sempre nel caso di mancata adozione dell'accordo che attualmente è stato stipulato: la tutela dei cittadini e le questioni legate ai servizi finanziari e al commercio". "L'impegno politico e operativo è assolutamente chiaro - precisa Moavero - si cerca di mantenere, nei limiti massimi possibili, lo status quo. I britannici che sono già negli altri Stati membri o i cittadini di altri Stati membri che sono già in Gran Bretagna manterranno invariati tutti i loro diritti, per quelli che devono ancora arrivare si cerca di preservare il più possibile un percorso agevolato, che non sarà identico a quello di cui potevano fruire quando il Regno Unito faceva parte dell'Ue ma sarà molto simile". (14 mar - Roc)

 

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