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direttore Paolo Pagliaro

“QUIZ A MEDICINA?
SERVE DI MEGLIO”

“QUIZ A MEDICINA? <BR> SERVE DI MEGLIO”

Davvero nei prossimi anni si rischia il deserto nell'assistenza sanitaria pubblica per effetto dell'esodo di migliaia di medici? È preoccupata? “Il fabbisogno assistenziale – risponde il ministro della Salute Giulia Grillo alla domanda che le viene posta dal Mattino – è stato già delineato dalle Regioni. Oggi recepiamo la preoccupazione delle rappresentanze dei medici su possibili carenze di personale che potrebbero verificarsi nei prossimi anni. Ci sono ancora dei calcoli da fare e ci stiamo lavorando. Non lasceremo gli ospedali senza medici o infermieri”. “Come sistema sanitario paghiamo ancora i vincoli della spesa per il personale sanitario stabiliti dalla Finanziaria del 2007 e fissati ai livelli del 2004 ridotti dell'1,4 per cento. Il nostro obiettivo è quello di intervenire sulle necessità delle singole Regioni contemperando gli equilibri di bilancio con le necessità assistenziali”. Altro allarme è dato dall'imbuto formativo creatosi per i medici specialisti: nel 2018 su 10mila laureati solo 7mila hanno ottenuto un contratto di formazione post lauream. E tutti gli altri? “Abbiamo finanziato molte altre borse di formazione in post laurea, oltre cento milioni in questa legge di bilancio. Stiamo lavorando però per riformare il sistema della specializzazione. Il punto nodale è rendere attrattivo per giovani medici specializzandi il nostro Paese”. E come? “Seguendo il modello esistente in Germania o in Francia dove giovani professionisti completano il percorso di formazione mentre lavorano”. Ma molti aspiranti medici restano al palo perché il numero chiuso li blocca. “Infatti pensiamo di abolire questo sistema di selezione”. Non le piacciono i quiz? “Ritengo non sia un modello selettivo realmente meritocratico”. (15 MAR / red)

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