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Troppo contante
troppa evasione

Troppo contante <br> troppa evasione

di Paolo Pagliaro

(15 aprile 2019) Il governo Monti fissò in mille euro il tetto massimo per i pagamenti in contanti, Il governo Renzi portò questo limite a tremila euro. Qualche mese fa Matteo Salvini ha detto che se dipendesse da lui il limite ai pagamenti in contanti andrebbe addirittura abolito.
L’illusione che la libera circolazione delle banconote produca effetti positivi sui consumi e dunque sull’economia  deve però fare i conti con evidenze di tutt’altro segno. Oggi è stato diffuso un report della Community Cashless Society, secondo cui se l’Italia incentivasse i pagamenti digitali e diminuisse l’uso di contante, si potrebbero recuperare  fino a 63 miliardi di economia sommersa e 28 miliardi di Iva evasa.  La mancata tracciabilità dei pagamenti, come è noto, agevola infatti l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco.  Il rapporto documenta  come le regioni in cui è più diffusa la cosiddetta “economia non osservata” – cioè Calabria, Campania e Puglia,  siano quelle in cui è più bassa la diffusione dei pagamenti digitali.
D’altra parte un indizio concreto dei rischi rappresentato dalla circolazione delle banconote di taglio elevato è la decisione della Bce di cessare la produzione dei biglietti da 500 euro.
L’Italia, negli ultimi 10 anni, ha perso circa 390 miliardi di gettito Iva ed è il paese d’Europa con l’evasione più alta. Con i pagamenti digitali la portata di questo scandalo si potrebbe ridurre.
Con meno contante sarebbe più difficile rapinare, corrompere, gestire la prostituzione o la droga, e pagare in nero. Il denaro elettronico, ha scritto l’economista Emiliano Mandrone,  non è un balsamo per la malvagità. Ma qualche complicazione la crea.

 

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