Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

BUFERA
IN CAMPIDOGLIO

Giunta Raggi sempre più nella bufera dopo le rivelazioni dell’Espresso riguardanti una serie di registrazioni che l'ex presidente e ad dell’Ama, Lorenzo Bagnacani, licenziato in tronco dalla sindaca a febbraio, ha allegato a un esposto in procura nel quale si parla di “pressioni” ricevute dalla prima cittadina "finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali". In particolare in una delle registrazioni riportate dall’Espresso la Raggi di fronte alle difficoltà di Bagnacani affermerebbe: “Lorenzo, devi modificare il bilancio come chiede il socio. Se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare! Anche se loro dicono che la luna è piatta”. “Roma è praticamente fuori controllo – dice ancora la Raggi in un’altra registrazione – i sindacati fanno quel cazzo che vogliono, i romani si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene. . . cioè non c'è modo, non c'è modo. Allora. . . ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari: cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli”.
Il Campidoglio si è comunque affrettato a spiegare che su Bagnacani non è stata esercitata alcuna pressione: “Il Bilancio di Ama proposto dall'ex ad Lorenzo Bagnacani – si legge infatti in una nota del Comune capitolino - non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale e, quindi, dalla Giunta. Il ragioniere generale, il direttore generale, il segretario generale, l'assessore al Bilancio e tutti i dipartimenti competenti hanno certificato l'assoluta mancanza di possibilità di riconoscere il credito inserito nel progetto di bilancio caldeggiato dall'ex ad. Non c'è stata quindi alcuna pressione ma la semplice applicazione delle norme. Inoltre, si sottolinea che più volte nel corso dello scorso anno Roma Capitale ha sollecitato la revisione del progetto di bilancio e delle voci segnalate dagli organi preposti e dal collegio dei revisori dei conti della stessa Ama. L'approvazione di quel bilancio non avrebbe rispettato la legge e avrebbe condotto al pagamento di premi per lo stesso ad, i dirigenti e i dipendenti".
Da parte sua, è la Raggi stessa a farsi sentire in un post di Facebook: "Molto rumore per nulla. Indagano il governatore dell’Umbria Catiuscia Marini per concorsi truccati nella sanità; il sottosegretario della Lega Armando Siri per una presunta tangente di 30mila euro tra Sicilia e Liguria; il segretario del Pd e Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per finanziamento illecito... ma parlano di me Parlano di audio rubati in cui dico quello che direbbe qualsiasi altro cittadino di Roma: me la prendo duramente con l’ex amministratore delegato dell’Ama perché ci sono i rifiuti in strada e non lo posso accettare". "Uso parolacce ma non me ne vergogno perché sono incazzata quando vedo chi pensa a prendere i premi aziendali piuttosto che a pulire la città. Perché questo è quello che si ascolta in quegli audio - spiega la Raggi - Nessuna pressione ma solo tanta rabbia per chi non ha fatto bene il lavoro per il quale era pagato. Si pretendeva che approvassi un bilancio con il quale i dirigenti di Ama avrebbero avuto centinaia migliaia di euro in più". Secondo la sindaca "i vertici del Campidoglio - il ragioniere generale, segretario generale, il direttore generale, l’assessore al bilancio, i dipartimenti competenti – hanno bocciato la proposta dell’ex ad Bagnacani. Ed io e la mia Giunta abbiamo votato contro come avrebbe fatto qualsiasi romano. Addirittura si ipotizzava che aumentassi ancora la tassa dei rifiuti, mentre in azienda sarebbero continuati ad arrivare i premi a pioggia. Mi sono ribellata e non me ne pento. Continuano a gettare fango su di me ma io ho le spalle grosse e continuerò a difendere la mia città e i miei concittadini". Intanto, però, Pd e Lista Civica in serata hanno occupato l’aula Giulio Cesare e per bocca dei capigruppo Antongiulio Pelonzi e Svetlana Celli chiedono “spiegazioni dalla Sindaca Raggi. Per questo oggi abbiamo occupato l'Aula: riteniamo assurdo che Raggi vada a fare il suo comizio in tv senza sentire il bisogno di spiegare alla città, in Assemblea Capitolina, cosa sta accadendo. Siamo consapevoli come tutti i romani che oggi la Sindaca è sempre più debole. Roma merita di voltare pagina”.

Le dimissioni della Raggi vengono però chieste anche dai piani alti della Lega tramite il ministro per gli affari regionali Erika Stefani: "Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi sul caso Ama corrispondesse al vero sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni". Quindi il “carico da dodici” a Porta a Porta, dove ad esprimersi è lo stesso Salvini: "Virginia Raggi non è più adeguata a fare il sindaco di Roma, non per eventuali illegalità. Però se il sindaco della città più importante d'Italia dice 'i romani vedono la merda' e 'la città è fuori controllo', è un giudizio politico il mio, non sei in grado di fare il sindaco". (18 APR / red)

(© 9Colonne - citare la fonte)