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direttore Paolo Pagliaro

E in Europa l’Italia
sceglie l’isolamento

E in Europa l’Italia <br>sceglie l’isolamento

di Paolo Pagliaro

Tra due settimane i capi di stato o di governo dei paesi dell’Unione si riuniranno per designare il nuovo presidente della Commissione europea. Il nome indicato dalla maggioranza del Consiglio sarà frutto di un’intesa tra governi ma terrà conto dei risultati del voto di fine maggio, perché il candidato dovrà successivamente essere eletto dal Parlamento europeo, sempre a maggioranza dei suoi membri. Come Jean-Claude Juncker, anche il suo successore sarà dunque selezionato in base a criteri politici e rispettosi della volontà popolare. Teniamolo a mente quando ne sentiremo parlare come di un burocrate, anzi un euroburocrate.

Tra i 28 membri del consiglio europeo, 9 sono popolari, 9 liberali e 6 socialisti. Queste tre famiglie politiche sono in maggioranza anche nel Parlamento e formeranno verosimilmente l’alleanza che governerà le istituzioni europee. Potranno giocare un ruolo anche i Verdi, che sono tra i vincitori delle elezioni, mentre difficilmente potranno giocarlo i sovranisti. I quali hanno sì aumentato la loro rappresentanza a Strasburgo - passando dal 20 al 23% dei seggi - ma soprattutto in virtù dell’ottimo risultato della Lega in Italia. Marine Le Pen, che chissà perché viene indicata tra i vincitori, in realtà fece meglio cinque anni fa e ha addirittura perso un eurodeputato. Nigel Farage, che come Salvini le sue elezioni invece le ha vinte davvero, ha una pattuglia agguerrita ma caduca, destinata a scomparire insieme all’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione.

La vera novità, per quanto ci riguarda, è che per la prima volta da quando esiste l’Unione, i partiti che in Italia formano il governo, in Europa saranno all’opposizione. E con loro sarà in minoranza anche l’Italia, che nel passato in due occasioni – con Malfatti e Prodi – guidò la Commissione.

(© 9Colonne - citare la fonte)