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Fattura elettronica
rivoluzione silenziosa

Fattura elettronica <BR> rivoluzione silenziosa

di Paolo Pagliaro

(28 giugno 2019) Ci sono rivoluzioni silenziose che modificano usi e costumi della nostra quotidianità. Una di queste è l’obbligo della fatturazione elettronica anche nelle transazioni tra privati, che in questi giorni conclude i sei mesi di rodaggio con un bilancio decisamente positivo. Dal primo gennaio sono state emesse quasi un miliardo di fatture digitali e lo Stato ha visto crescere il gettito Iva di circa 1 miliardo e 800 milioni di euro.  E’ un risultato di tutto rilievo considerato che l’Iva è tradizionalmente l’imposta più evasa in assoluto, con un danno per lo Stato che si aggira attorno ai 40 miliardi l’anno. La fatturazione elettronica è un’innovazione voluta dall’Unione Europea e   dai governi di centrosinistra. Nel 2008 Prodi recepì la direttiva che invitava gli Stati membri a predisporre un adeguato quadro normativo e tecnologico per gestire in forma elettronica l’intero ciclo degli acquisti delle pubbliche amministrazioni. L’obbligo venne perfezionato ed esteso dai governi Renzi e Gentiloni, che fissarono nel 1 gennaio 2019 la data in cui la fatturazione elettronica sarebbe entrata in vigore anche per i privati. Intervistato ieri dal Corriere, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, uno dei protagonisti della svolta digitale, ha ricordato che quando nella precedente legislatura fu varata questa riforma, gli stessi che oggi ne raccolgono i frutti erano sulle barricate. E in effetti mentre Fratelli d’Italia allestiva banchetti in tutte le città per chiedere il ritiro di una legge giudicata vessatoria nei confronti dei commercianti e dei piccoli imprenditori. è agli atti il tweet di Salvini contro quella che lui definiva “la genialata” voluta di chi lo aveva preceduto. Sono passati solo sei mesi e – al netto di difficoltà organizzative e intoppi tecnologici - la genialata frutta a Salvini quella manciata di miliardi che probabilmente servirà a evitarci la procedura d’infrazione da parte della commissione europea.

 

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