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direttore Paolo Pagliaro

AUTONOMIE, CONTE:
NON CRESCERA’ IL GAP

Si fa difficile la partite sulle autonomie regionali differenziate, un tema previsto nel contratto di governo ma sul quale le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle erano e sostanzialmente restano tutt’oggi piuttosto distanti. Oggi al termine di un Consiglio dei ministri segnalato come molto caldo i passi avanti attesi ci sono stati solo in parte, e anzi a un certo punto si è rischiato lo scontro in particolare su quelle che il ministro per il Sud Barbara Lezzi chiama “gabbie salariali”: “Noi ne abbiamo parlato, ne ha parlato la Lega che sostanzialmente vuole tornare indietro di 50 anni. Noi vogliamo andare avanti e non tornare indietro, se ci sono dei meccanismi che premiano alcune categorie noi non siamo d'accordo". Già primi da ambiente dei 5S trapelava l’assoluta indisponibilità “ad alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro Sud, una proposta che spaccherebbe il Paese e la consideriamo discriminatoria e classista”. Dalla Lega intanto arrivano accuse analoghe ma opposte: “Invece di andare avanti si torna indietro, Il Movimento 5 Stelle vuole condannare il Sud all’arretratezza”. Tuona il leader del Pd Nicola Zingaretti: “Emergono tutte le contraddizioni di una maggioranza senza una visione del futuro. Sul fisco, sull'immigrazione, sullo sviluppo, sulla sicurezza e ora sull'autonomia. Salute, scuola, welfare sono diritti costituzionali da difendere. L'Italia deve migliorare, non può essere distrutta". Nel pomeriggio, sfruttando l’occasione della presentazione dei nuovi ministro Locatelli alla Famiglia e Fontana agli Affari europei, il premier Giuseppe Conte fa il punto della situazione, mostrando una prudenza ottimista: “La partita delle autonomie è al punto che oggi abbiamo fatto una ulteriore riunione, ci stiamo mettendo molto impegno, sono riunioni allargate: credo che la migliore garanzia sia instaurare un confronto tra tutti, e ovviamente mi riservo le valutazioni finali”. Conte ammette che “ci sono alcuni passaggi più critici” ma spiega che “sicuramente abbiamo già fatto molto lavoro e lo stiamo completando”. Quindi lancia una sorta di avviso ai naviganti: “Io sono il garante della serietà del lavoro che stiamo facendo, sarà una riforma compatibile con i principi costituzionali. Ho posto alcuni paletti, sui quali non si può transigere: quello che io concedo a una regione, potenzialmente devo poterlo concedere alle altre anche se le trattative sono singole. Di certo non possiamo trasferire tutte le competenze che mi vengono richieste, altrimenti avremmo un potere centrale senza competenze”. Ma soprattutto “in nessun modo questa autonomia potrà diventare uno strumento per allargare ulteriormente il divario tra le regioni”. La partita però è ancora lunga da giocare.

(Sis)

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