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Italia criminale: verità
che non sentiremo ad agosto

Italia criminale: verità <br>che non sentiremo ad agosto

di Piero Innocenti

Prepariamoci a sentire tra un paio di settimane, come ogni anno, la “narrazione” ferragostana del Ministro dell’Interno - già nel 2018 svolta con particolare enfasi – sull’azione di contrasto alla criminalità e sui risultati conseguiti dalle forze di polizia. Anche stavolta, come allora, il bilancio sarà soddisfacente e, in effetti, lo è ma soltanto perché le tre forze di polizia ed in particolare Polizia di Stato e Carabinieri (le due forze di polizia a competenza generale) continuano a “fare miracoli” ogni giorno con le ridotte risorse umane per fronteggiare una delinquenza di strada e organizzata sempre più invadente, con un sistema processuale-penale carente ed un sistema carcerario inadeguato.

Prepariamoci, anche su quest’ultimo punto, a registrare le consuete denunce e polemiche “agostane”, relative al sovraffollamento carcerario che si rinnovano, ogni anno, da decenni, con le solite promesse della classe politica dirigente di costruire nuovi reclusori. Il Ministro dell’Interno snocciolerà i dati sull’immigrazione via mare fortemente ridotta rispetto al passato con le ben note iniziative di “porti chiusi” e “lotta alle navi Ong complici dei trafficanti” (sorvolerà sugli “sbarchi fantasma” che si registrano quasi quotidianamente) passando, poi, al contrasto allo spaccio di stupefacenti, al calo di reati denunciati in generale, al maggior coinvolgimento, già in atto, delle polizie locali nella tutela della sicurezza pubblica che si dovrebbe realizzare ancor di più con il disegno legge delega sulla riforma della Polizia locale, presentato di recente dallo stesso Ministro dell’Interno.

 Nessuno, c’è da scommettere, obietterà che i reati sono in calo da almeno tre anni perché molti cittadini non vanno più a denunciarli (per vari motivi), che quasi il 90% di quelli denunciati restano impuniti perché ignoti gli autori, mentre per il coinvolgimento del personale delle polizie locali nelle delicate funzioni di polizia di sicurezza e giudiziaria si richiede un’adeguata preparazione preventiva e un continuo aggiornamento che, allo stato, mancano o sono fortemente insufficienti. E’ di questi giorni la pubblicazione, sul sito della Polizia di Stato, della relazione annuale redatta dalla DCSA sulle attività svolte dalle forze di polizia nel 2018 nel contrasto al narcotraffico (il record di oltre 123 tonnellate di stupefacenti sequestrati) con interessanti notazioni anche sul traffico e produzione di stupefacenti a livello mondiale. Un lavoro svolto con impegno dagli analisti della DCSA e con il contributo prezioso dei vari esperti della sicurezza italiani, dislocati in una quindicina di Paesi di interesse operativo nel contrasto al narcotraffico. Uno scenario generale inquietante che continua, anche in questi primi sette mesi del 2019, con volumi notevoli di stupefacenti sequestrati (siamo già oltre le 35 tonnellate) e di persone denunciate (15.439). Trafficanti e spacciatori che non vanno in ferie, ma, anzi, si trasferiscono (o fanno i pendolari) nelle zone di villeggiatura per soddisfare celermente la domanda di droghe. Di tutte le droghe. E questo del narcotraffico e della violenza che lo accompagna dovrebbe essere un tema di massima attenzione da parte della politica. In questo periodo dell’anno si registrano anche più furti nelle case temporaneamente vuote. E non è piacevole rientrare dalle vacanze e trovare l’abitazione “violata”. I rinforzi di polizia e carabinieri inviati in alcune città di villeggiatura migliorano il controllo del territorio che, tuttavia, si attenua in altre zone perché poliziotti e carabinieri vanno anche loro in ferie. Ma già ora, sono molti gli episodi predatori e di criminalità in generale che dovrebbero sollecitare l’attenzione del Ministro dell’Interno ossessivamente rivolta a quelle due navi Ong rimaste a soccorrere migranti in mare.

(© 9Colonne - citare la fonte)