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Daesh, Del Re: Italia contro
atrocità e per libertà religiosa

“Abbiamo partecipato fin dalla sua nascita agli sforzi della coalizione internazionale a guida Usa, attraverso un contributo multidimensionale che comprende, tra le altre cose, la componente addestrativa delle forze militari e di polizia irachene (noi, d'altra parte, guidiamo la formazione di queste ultime, grazie all'Arma dei carabinieri), l'azione di contrasto al finanziamento di Daesh, la stabilizzazione delle aree liberate in Iraq e nel Nord-Est della Siria, la tutela del patrimonio archeologico e culturale iracheno, il contrasto ai foreign fighter e le attività di contrasto alla propaganda di Daesh”. Così la viceministra degli Esteri Emanuela Del Re, intervenendo a nome del governo in aula alla Camera nell’ambito della discussione della mozione a prima firma della deputata del Pd Lia Quartapelle Procopio concernente iniziative, in ambito internazionale ed europeo, per il perseguimento dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dal cosiddetto Daesh, con particolare riferimento alle minoranze religiose in Iraq e Siria. “Hanno suscitato grande preoccupazione e sgomento presso la comunità internazionale le violenze perpetrate da Daesh, come è stato ricordato, nei territori sotto il proprio controllo, in particolare modo quelle condotte su base etnica e religiosa – spiega Del Re - L'Italia è da sempre fortemente e convintamente impegnata per prevenire atrocità di massa e per assicurare alla giustizia i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, incluse quelle commesse contro la comunità yazida. Durante il proprio mandato in Consiglio di sicurezza l'Italia ha cosponsorizzato e attivamente promosso la risoluzione n. 2379 del 2017, che ha istituito Unitad, il team investigativo incaricato della raccolta delle prove sui crimini di Daesh. L'Italia attribuisce la massima importanza alla tutela e alla promozione della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose, che rappresentano una priorità della politica estera italiana in ambito multilaterale, nei rapporti bilaterali con i Paesi terzi e nei programmi della cooperazione allo sviluppo, figurando anche tra i temi prioritari del mandato triennale dell'Italia nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite 2019-2021”.

L’IMPEGNO ITALIANO. “Nel corso degli anni – continua la viceministra - il nostro Paese ha contribuito a rafforzare l'attenzione della comunità internazionale su tali temi, anche alla luce della selettività e della sistematicità delle violenze perpetrate contro comunità minoritarie, in particolare, in Medio Oriente. Siamo convinti che la tutela della libertà di religione o credo e dei diritti appartenenti alle minoranze etniche e religiose contribuisca a costruire società inclusive e pacifiche. Ciò è ancora più vero in Medio Oriente, dove la coesistenza tra differenti comunità è un elemento chiave della ricchezza culturale della regione. L'azione su questi temi, che è parte fondamentale dell'impegno più ampio per promuovere e garantire un'efficace tutela dei diritti umani, è centrale per stabilire e garantire la stabilità e la pace nella regione. Esiste infatti un legame strettissimo tra la giustizia, la riconciliazione nazionale e la pace. Come dimostra la prassi, sin dalla istituzione dei tribunali di Norimberga e Tokyo, la giurisdizione internazionale ha una finalità ricostruttiva e preventiva, prima che punitiva. Attraverso l'esercizio di tale giurisdizione in luoghi in cui la certezza della pena non può ancora essere garantita, è possibile procedere contro i responsabili dei crimini internazionali, garantendo che possa essere fatta giustizia anche per le vittime. La partecipazione della popolazione locale all'esercizio della giurisdizione - com'è nell'esperienza dei tribunali misti -, ma anche attraverso la divulgazione degli iter processuali a mezzo stampa, può rappresentare, poi, se del caso, uno strumento per accrescere la consapevolezza e rompere il ciclo della violenza, per prevenire atrocità in futuro, per ricostruire comunità lacerate, per avviare un processo di riconciliazione necessario per una pace davvero durevole e sostenibile” sottolinea ancora Del Re.

 

COOPERAZIONE. “Il ricorso alla giurisdizione internazionale per l'eventuale accertamento e repressione dei crimini commessi dai militanti di Daesh sconterebbe, tuttavia, una serie di criticità, alla luce della natura dello Stato islamico, nonché della molteplicità e varietà dei Paesi in cui i crimini sono stati commessi – continua la viceministra degli Esteri nel suo intervento alla Camera -   Il nostro Paese continua a sostenere fermamente le autorità irachene sia in ambito multilaterale, sia bilaterale; una conferma del nostro impegno è giunta con la visita del Presidente del Consiglio in Iraq lo scorso febbraio. Tramite la cooperazione italiana, poi, abbiamo promosso numerose iniziative umanitarie in favore delle comunità religiose ed etniche, vittime di violenze settarie, come quelle yazida e cristiana, sfollate dalla piana di Ninive, a seguito dell'avanzata di Daesh. Nel 2016 abbiamo finanziato, con un contributo di 538 mila euro, iniziative dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, finalizzate a promuovere il dialogo tra le diverse componenti etnico-religiose dell'Iraq e a favorire il ritorno degli sfollati e rifugiati iracheni dalla provincia di Diyala. Analogamente, nel 2017 abbiamo contribuito con 500 mila euro ad un progetto, sempre dell'OIM, rivolto in particolare a donne di fede yazida e cristiana, mirante a creare opportunità economiche e a fornire supporto psicologico alla popolazione delle province irachene di Dohoc e Ninive. Tra il 2016 e il 2018 siamo intervenuti per alleviare le sofferenze della popolazione sfollata nelle province di Ninive, Dohoc, Erbil e Kirkuk, tramite contributi a Unicef, UNHCR e WHO, per un valore di 6 milioni di euro, finanziando numerosi progetti delle ONG italiane per 7,2 milioni di euro. Buona parte degli sfollati sono appartenenti a minoranze, in particolare yazidi. Naturalmente – conclude Del Re - ci sono in corso di valutazione altre iniziative e vorrei segnalare che, dall'approvazione del piano triennale - siamo in attesa di approvarlo - in realtà l'Iraq, per mia sollecitazione, è stato reinserito tra i Paesi prioritari della cooperazione e ci saranno dei programmi specifici proprio per le minoranze”. (PO / BIG ITALY / Roc – 29 lug)

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