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direttore Paolo Pagliaro

500 MIGRANTI IN ATTESA
DI UN PORTO SICURO

500 MIGRANTI IN ATTESA <br> DI UN PORTO SICURO

Sono più di 500 i migranti che attendono un ok per sbarcare in un porto sicuro, presumibilmente italiano, mentre si avvicina una vigilia di Ferragosto in cui il meteo segnala burrasca in arrivo, con possibilità di onde alte fino a 2 metri nel Mediterraneo. Ben 356 di loro sono stati recuperato, in diversi salvataggi, dalla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere che era tornata in mare pochi giorni fa, e dalla quale raccontavano giusto ieri: “L' equipaggio ha appena terminato un salvataggio di emergenza: poco dopo la distribuzione del giubbotti di salvataggio, un tubo della barca è scoppiato, diverse persone sono caduti in acqua. Tutti i 105 salvati sono ora al sicuro sulla nave”. Da 12 giorni invece naviga la spagnola Open Arms, con a bordo “151 invisibili che continuano a resistere in coperta, ogni giorno in condizioni più difficili”. “E’ infame il silenzio dell’Europa – attacca Proactiva – la sua mancanza di umanità e di empatia la rende ancora più colpevole”. Intanto però oggi si è espresso il Tribunale dei minori di Palermo, spiegando che “i minori a bordo della Open Arms (ce ne sarebbero 32, ndr) che si trovano in prossimità della frontiera con lo Stato italiano impossibilitati a farvi ingresso per il divieto delle autorità italiane sono in una situazione che, in punto di fatto, equivale ad un respingimento o diniego di ingresso ad un valico di frontiera". E anche l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati chiede oggi ai governi europei di consentire lo sbarco immediato delle 507 persone attualmente bloccate in mare dopo essere state soccorse recentemente nel Mediterraneo centrale. Molte di loro sarebbero sopravvissute a terribili abusi in Libia, e provengono da Paesi che producono un alto numero di rifugiati. Hanno bisogno di assistenza umanitaria e alcune persone hanno già espresso la volontà di richiedere la protezione internazionale. “Si tratta di una corsa contro il tempo,” ha dichiarato Vincent Cochetel, inviato speciale del’UNHCR per il Mediterraneo centrale. “Sono attesi temporali, e le condizioni non faranno che peggiorare. Lasciare in alto mare in questa situazione persone che sono fuggite dal conflitto e dalle violenze in Libia significherebbe infliggere sofferenza ulteriore. Deve essere consentito loro lo sbarco immediato, e devono poter ricevere l’assistenza umanitaria di cui hanno urgente bisogno”.

 

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