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direttore Paolo Pagliaro

SFIDUCIA, STOP ALLA LEGA
CONTE IN AULA 20 AGOSTO

Riunirsi domani o il 20 agosto per discutere e votare la mozione di sfiducia nei confronti del premier Giuseppe Conte: su questo si è espressa questo pomeriggio l’Aula di Palazzo Madama, convocata dopo la fumata nera di ieri pomeriggio della Conferenza dei capigruppo al Senato. Palazzo Madama ha bocciato le richieste avanzate da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di votare domani alle 16 o addirittura oggi (proposta della capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini) sulla mozione di sfiducia al premier Conte, confermando che le comunicazioni del presidente del Consiglio si terranno martedì 20 agosto, ore 15: un esito scontato, raggiunto grazie ai voti di M5S e Pd che hanno dato scarse possibilità alla Lega, sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia, di riuscire a calendarizzare per domani la sfiducia a Conte. Come sottolineato nel corso dei lavori al Senato, domani sarà inoltre una giornata particolarmente sensibile, ricadendo proprio il 14 agosto il primo anniversario del crollo del Ponte Morandi di Genova. “La proposta di andare al voto domani è uno sgarbo istituzionale al presidente del Consiglio, perché domani si celebra il primo anno della sciagura di Genova e noi dovevamo discutere in aula la revoca delle concessioni, non la mozione di sfiducia” afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli.

La grande sorpresa arriva però dal vicepremier Matteo Salvini, che ha accolto pubblicamente in Aula l’invito dell’altro vicepremier Luigi Di Maio a votare per il taglio dei 345 parlamentari, prima di tornare il prima possibile alle urne: “Affare fatto, noi ci siamo” promette il leader del Carroccio. L’intervento di Salvini in Aula è stato accompagnato in sottofondo dalla bagarre, con frequenti interruzioni del dibattito in corso, tra Lega e vari esponenti delle opposizioni, tra cui il Partito democratico: “Se per bocca del senatore Renzi avete già vinto non capisco tutta questa maleducazione” scherza Salvini, confermando al termine della riunione, parlando a margine con i giornalisti, che il taglio dei parlamentari entrerà in vigore solo a partire dalla prossima legislatura. Accolta da parte del vicepremier pentastellato l’apertura di Salvini sul taglio dei parlamentari, “una riforma del Movimento 5 Stelle che il paese aspetta da anni”. Nell’accogliere la proposta di Salvini di procedere alla riduzione degli eletti al Parlamento già la prossima settimana, Di Maio non perde occasione per rilanciare a Salvini l’ipotesi di dimezzare anche gli stipendi dei parlamentari, approfittando della riapertura delle Camere.

“Abbiamo fatto 30 – scrive Di Maio su Facebook - facciamo 31! Tagliamo 345 parlamentari e contestualmente dimezziamo anche gli stipendi di deputati e senatori. In ufficio di presidenza della Camera abbiamo ancora la maggioranza, non serve neanche convocare le Camere. Bastano un paio d'ore e buona volontà” conclude. E poco prima della seduta al Senato è stato Matteo Renzi a illustrare la sua proposta per gestire questa delicata fase politica: un governo contro l’aumento dell’Iva. “Io non so se il Pd prende il 25% se si vota, so che se l’Iva arriva al 25% è un disastro per il Paese, è sicura la recessione – spiega l’ex premier a Palazzo Madama - Si può evitare, ma ci vuole il coraggio e la forza di formare un governo”. Secondo Renzi “siamo di fronte a un fatto clamoroso, e nella mia veste di ex premier trovo che sia un passaggio che non va sottovalutato. E’ la prima volta che si apre una crisi in pieno Ferragosto e si ipotizza di votare in piena sessione di bilancio, che la nomina del commissario Ue è fuori dall’ordine del giorno, che c’è un clima d’odio generalizzato”. Ma se quella innescata da Salvini è una crisi “inspiegabile” quanto “clamorosa”, una cosa – secondo Renzi – è certa: “Capitan Fracassa Salvini ha fallito” e tende una mano al Movimento 5 Stelle. “Sono dell’idea che la riduzione dei parlamentari possa essere un punto di incontro e non di scontro”. (sis / lfa / sip – 13 ago)

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